Autobomba a Limbadi, mamma Rosaria: «Il sangue di mio figlio chiede giustizia» - VIDEO

La città si prepara alla fiaccolata organizzata per le vie del paese. La madre di Matteo Vinci, deceduto nell’attentato si dice certa della responsabilità dei vicini: «Sicura come la morte»
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di Cristina Iannuzzi
13 aprile 2018
15:36
La madre di Matteo Vinci
La madre di Matteo Vinci

Sfoglia l’album dei ricordi, parla del suo Matteo al presente, come se ancora fosse in campagna a dare da magiare ai suoi gattini.Nel terreno di località Cervolaro,  delimitato  da alcune bandierine apposte dalla famiglia Vinci,  il suo  gattino bianco e nero - lo stesso  che appare sul  profilo facebook di Matteo -  aspetta il suo padroncino. Non può sapere che è stato ucciso da  una bomba. 

La fiaccolata a Limbadi

In un clima di grande sgomento la  città di Limbadi si sta preparando a  scendere in piazza, per la fiaccolata organizzata dalla lista  "Limbadi libera e democratica",  formazione politica per la quale Matteo Vinci era sceso in campo nelle ultime elezioni comunali. Iniziativa sostenuta anche dall’amministrazione comunale guidata da Giuseppe Morello. Il corteo partirà alle 19  dalla piazza del comune e si snoderà per le vie principali del paese. L’indomani, domenica alle 17.00,  si svolgerà invece un  consiglio comunale aperto, per attirare l’attenzione sul grave episodio delittuoso che ancora una volta ha fatto accendere i riflettori sul lato più oscuro della realtà calabrese. E guai a pensare che la città sia indifferente alla morte di un suo figlio, dice il primo cittadino che definisce la città scossa, attonita, incredula per ciò che è avvenuto il pomeriggio di lunedì scorso.


Il dolore di mamma Rosaria

Alla fiaccolata parteciperà pure mamma Rosaria che  sul coinvolgimento  dei vicini  nel terribile fatto di sangue in cui è morto il suo  unico figlio, non sembra nutrire alcun dubbio: «Sono sicura come la morte – dice con voce carica di rabbia – perché prima di questo, abbiamo già subito altri due attentatati». Mamma coraggio è stata definita per avere sin da subito trovato la forza di gridare giustizia per suo figlio Matteo. «Combatterò il male se lo vedo.  Se parlo, lo faccio solo per salvaguardare la vita  di altri giovani – dice - Questa terra è bruciata , è macchiata di sangue, il sangue di mio figlio che chiede giustizia».

 

Giornalista
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