L’assassino di Prestia Lamberti chiede perdono. Per la madre è una strategia difensiva

A un anno dalla morte del 15enne di Mileto mamma Marzia svela importanti retroscena: «Gli amici di Francesco hanno paura di parlare, gli assassini girano liberi in paese. Nessuno è al sicuro»

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di Cristina Iannuzzi
29 maggio 2018
17:44

Un anno di mezze verità. 365 giorni senza Francesco Prestia Lamberti, il 15enne di Mileto ucciso da un suo coetaneo, Alex Pititto, reo confesso, che da quel maledetto 29 maggio del 2017 è rinchiuso nel carcere minorile di Catanzaro. Un omicidio sul quale ci sono ancora troppi punti oscuri. Ne è convinta mamma Marzia Luccisano, che stamattina, nel giorno del primo anniversario della morte di suo figlio, ha partecipato insieme al marito al concorso “Rompiamo il muro del silenzio” dedicato alla memoria di Francesco Prestia Lamberti e promosso dalla Flc Cgil scuola. Un titolo che è anche e soprattutto l’appello più volte lanciato dai genitori del 15enne che da un anno invocano verità e giustizia.

 


«Ieri dall’aula del tribunale di Catanzaro Alex Pititto ci ha chiesto “perdono” – racconta mamma Marzia. Eravamo a due passi da lui, nel suo sguardo basso, nessun segno di pentimento. Le sue “scuse” sembravano solo una strategia difensiva, null’altro. Lo perdoneremo solo il giorno in cui racconterà tutta la verità e farà i nomi dei suoi complici. Perché da solo non può avere agito».

 

Dalla sala della fondazione del Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime, mamma Marzia rivolge il suo accorato appello alle mamme di Mileto: «Gli assassini di Francesco, che anche da complici reputo tali, girano liberi in paese, accanto ai vostri figli, escono con loro, entrano nelle loro macchine. Fino a quando durerà questa omertà che aleggia su Mileto?» si domanda «Nessuno è al sicuro».

 

 

 

«Tutti sanno ma nessuno parla»

«Circa due settimane fa - racconta la donna - alcuni ragazzi sono stati invitati a non parlare». Una minaccia esplicita. «Tutti sanno, ma nessuno parla», l’amaro sfogo della donna che fino a quando non avrà ottenuto verità e giustizia per suo figlio, non smetterà di lottare.

 «La sera del 29 maggio – ricorda - Francesco è uscito da casa alle 20:05, doveva andare a mangiare una pizza con i suoi amici. «Mamma ti prometto che non tornerò tardi», l’aveva salutata così. Alle 20:26, mamma Marzia invia un messaggio che Francesco non leggerà mai. Ucciso con due colpi di pistola. «Un omicidio premeditato» ripete la mamma che ricorda come dalle successive indagini si è scoperto che il killer da giorni girava armato con l’intento di eliminare quel giovane di cui era follemente geloso.

 

Prima della consegna dei premi, l’intitolazione di un’aula nella Scuola secondaria di Ionadi e un’aula multimediale nella Scuola Primaria “Morabito” di Mileto.

L’evento conclusivo della manifestazione nella sala della Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime di Paravati, alla presenza di Don Ennio Stamile, referente regionale di Libera e Antonio Marziale Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Calabria. Le borse di studio sono state assegnate a: Samuele Tambuscio della scuola media Murmura di Vibo, con un’opera pittorica. Secondo premio a Chiara Mondella della scuola media di Francica. Per le scuole superiori il secondo premio è andato a Beatrice Razza dell’ITE di Mileto.

Giornalista
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