VIDEO | L'impresa di Domenico partito ieri dalla Polonia in autobus. Parlano due donne all'arrivo a Catanzaro: «A casa abbiamo lasciato parenti e amici che non potevano abbandonare la patria»
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Dopo 36 ore di viaggio filato solo in pochi hanno voglia di parlare. Scesi dall'autobus - che dalla Polonia li ha portati a Catanzaro - hanno gli occhi stanchi e sfibrati. Tutte donne con i propri figli, in 19 saranno accolti nell'istituto Salesiano a Soverato. Amministrazione che ha immediatamente offerto disponibilità a Domenico Vitale, catanzarese ma da anni residente all'estero che nei giorni scorsi ha deciso di mettersi in viaggio per raggiungere il confine ucraino per offrire una speranza ai profughi in fuga dalla guerra.
Natalia
Natalia piange e stringe sua figlia, l'unica che ha portato con sé in Calabria. In Ucraina ha lasciato altri tre figli a combattere: «Il viaggio è andato benissimo - dice mentre si asciuga le lacrime -. Gli italiani e i polacchi sono persone bravissime che mi hanno aiutato, mi hanno dato da bere e da mangiare». Alle spalle Natalia dice di essersi lasciata «la paura e il male. Mi dispiace moltissimo per le persone che sono morte e ringrazio chi ha salvato me e la mia bambina». Poi Natalia racconta «che è necessario ricostruire tantissime città andate distrutte» e spiega il «dolore degli ucraini per i troppi morti tra bambini».
Vittoria
Tra gli arrivati di questa sera c'è anche Vittoria una giovane, anche lei fuggita dall'Ucraina: «Ho preso solo le cose necessarie - spiega mentre sale sulla navetta della Misericordia che la porterà a Soverato -. In Ucraina ho lasciato anche gli animali domestici, gli amici, i parenti. Ho portato solo una piccola borsa. Lì sono rimasti mio padre e mio zio che non potevano abbandonare la patria». In Italia ha deciso di venirci perché gli «italiani hanno una bella mentalità e sono un popolo caloroso».
Domenico
Rientrato assieme ai profughi anche Domenico Vitale: «Sono arrivato fino al confine ucraino onestamente perché volevo dare una mano. Guardando il telegiornale ho deciso di andare incontro a chi ha bisogno di ricevere un aiuto». Domenico è partito ieri alle 10 del mattino assieme all'autobus preso in affitto: «Al confine si vede il terrore e nei loro occhi la felicità quando passano il confine e arrivano al centro rifugiato dove capiscono che la loro vita è cambiata. L'obiettivo è quindi quello di farli uscire dai centri rifugiati e per questo abbiamo preso l'autobus e portati qui. Ma come me ci sono centinaia di persone che da tutta Europa stanno andando per aiutare».