«Turicè, se vedi sto fucile qua te ne vai di testa: tutto cromato, grigio; il grilletto, cromato grigio». Nell'area franca del fortino rom di viale Isonzo, quartiere a sud di Catanzaro, tutto era lecito: la droga a fiumi venduta al minuto per le strade e negli appartamenti delle palazzine popolari e poi le armi - fucili, pistole - circolavano liberamente anche tra i minori; cedute, vendute quando non frutto di veri e propri pedinamenti e furti in abitazione.

I furti nel Catanzarese

È questo il caso riportato nelle oltre 280 pagine dell'ordinanza firmata ieri dal Gip del Tribunale di Catanzaro, Teresa Guerrieri, che ha portato - all'esito dell'inchiesta istruita dalla dda di Catanzaro - all'esecuzione di 21 misure cautelari nei confronti di altrettante persone accusate a vario titolo di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, ricettazione, estorsione e furti. La Squadra Mobile unitamente alla Compagnia Carabinieri di Catanzaro ha, infatti, ricostruito attraverso una serie di intercettazioni un furto d'armi avvenuto nel novembre del 2016 in una abitazione di Sellia Marina.

Alla ricerca di case da svaligiare

Una carabina calibro 22, una pistola calibro 9x21 e cartucce: oltre 200 per la carabina e 50 per la pistola. Tutto custodito in una cassaforte che il proprietario aveva mostrato a Ubaldo Codamo, durante i lavori di ristrutturazione della propria abitazione: «A Sellia Marina ci sta una villa, arranchiamo. Questi sono due milanesi che se ne sono venuti adesso, che ora gli abbiamo fatto un lavoro, dentro aveva novemila euro in contanti», racconta in auto assieme a Fabio e Marco Bevilacqua (rispettivamente nipote e figlio di Fiore Bevilacqua, detto "u muntanaru") e Stefano Bevilacqua.

L'identikit della vittima

I quattro in auto - assieme al figlio minorenne - alla ricerca di un'abitazione da svaligiare: «Allora lui è pensionato, la moglie è maestra - spiega Codamo - e tutte le mattine se ne va e lui tutta la giornata sta a casa o esce e va a fare qualche spesa. Lui ha i fucili, ha mostrato a me la cassaforte e mi ha detto "Vedi questi li tengo qua perchè sono un appassionato di fucili. Questi tre qua e un altro dietro la porta della camera da letto, a portata di mano"». Fabio Bevilacqua si sincera: «Novemila euro?» e l'altro ribatte: «No, il proprietario è andato a prendere i novemila euro per il lavoro. Qualche sessantina di anni può avere lui, è svelticello. Non è un vecchio, si vede che è arzillo».

L'appostamento

Prima le indicazioni stradali, poi l'appostamento fuori l'abitazione. La coppia esce e i rom inseguono l'autovettura con i coniugi per sincerarsi che entrambi siano a bordo. Stefano Bevilacqua: «Metti la nafta che ce la facciamo subito. Due minuti ci dobbiamo mettere. Nel cofano ci va la cassaforte?» domanda a Ubaldo Codamo: «La casa è piccolina, è andato e ci ha perso i soldi mi pare nella stanza da letto» spiega in riferimento al pagamento dei lavori di ristrutturazione «Come entri, così: zac e vai nella camera da letto». Stefano e Marco Bevilacqua assieme a Ubaldo Codano entrano nell'abitazione mentre ad attendere in auto restano Fabio Bevilacqua e il figlio minorenne.

Il frigo pieno di cibo

Stefano Bevilacqua raggiunge l'auto e rivolto a Fabio Bevilacqua: «I sedili, abbassa i sedili. Sbrighiamoci» ma nel viaggio verso Catanzaro ne nasce un diverbio: «Sicuro che c'è qualcosa qua dentro?» e Codamo: «I fucili», «E i soldi pure qua sono?». Durante il tragitto in auto - secondo la ricostruzione degli investigatori supportate dalle captazioni - Fabio Bevilacqua appare risentito nei confronti di Stefano e Marco Bevilacqua per non aver cercato all'interno dell'abitazione il denaro. Marco Bevilacqua risponde dicendo che il frigo era pieno di alimenti e se ci fosse stata un'altra auto avrebbero potuto prendere molte più cose e oggetti di valore.