Confermata la sentenza del Tar a cui era ricorsa la società privata dopo essersi vista revocare il contratto. Il movimento Civico e popolare chiede le dimissioni del sindaco Stasi
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L’amministrazione Stasi rischia di scivolare su un contenzioso milionario: l’appalto dell’impianto di pubblica illuminazione dell’ex Comune di Corigliano. Il Consiglio di Stato si pronunzia definitivamente e dà ragione alla società che si aggiudicò l’appalto di ben 24 milioni di euro e per la durata di 15 anni, affidato dall’ex amministrazione ausonica sin dal 2017. Il governo Stasi quando è subentrato nel 2019 ha voluto vederci chiaro rispetto anche a delle disfunzioni e disservizi che provenivano dalla società civile. Anomalie rilevate, secondo le tesi dell’amministrazione, in violazione del capitolato d’appalto mediante il riscontro di gravi irregolarità.
In particolare si parlava di una variante di circa 5 milioni di euro non ammessa nel capitolato che l’amministrazione contestava sul piano della legittimità. E, a distanza di qualche mese il dirigente di settore, ha deciso di revocare il contratto d’appalto in essere tra l’ente pubblico e l’impresa relativo alla manutenzione della rete d’illuminazione pubblica. L’impresa non è rimasta a guardare e decide di ricorrere al Tar, i cui giudici hanno emesso dapprima una sospensiva del provvedimento di revoca per poi licenziare la partita con una pronunzia a favore della società privata anche sul merito. Il comune, a quel punto, si è rimesso ai giudici del Consiglio di Stato i quali il 4 febbraio scorso, confermano l’orientamento della sentenza di primo grado e condanna alle spese di giudizio l’ente. E, non è da escludere, un’azione risarcitoria da parte dell’impresa.
C'è chi chiede le dimissioni del sindaco Stasi
Forti le prime reazioni politiche. Il movimento Civico e Popolare chiede le dimissioni del sindaco Flavio Stasi. Parla di incapacità politica e di “ennesima figuraccia» i cui effetti ricadranno sui cittadini. «Era il 26 gennaio dello scorso anno quando avvertivamo che, così gestita, la “faccenda” si sarebbe rivelata una spada di Damocle per le tasche dei nostri concittadini, ottenendo dal sindaco Stasi, capo di un’amministrazione che ha ormai inesorabilmente intrapreso il suo declino, la solita dose di arroganza politica, puntualmente smontata alla prova dei fatti. Il politicamente sprovveduto primo cittadino aveva detto di “essere più che sicuro delle procedure adottate dagli Uffici nella sospensione del servizio alla ditta”. Oggi il Consiglio di stato, purtroppo ci ha dato ragione. E i cittadini pagheranno. Per ora le spese processuali. Più in avanti, continua il capogruppo Gino Promenzio, con ogni probabilità, calcolando gli interessi moratori da pagare alla ditta saranno centinaia di migliaia di euro». Il movimentista si sofferma su un aspetto che rischia di aprire una voragine di contenziosi. «Il 4 febbraio ci sarebbe stata l’udienza oggi arrivata a sentenza. L’amministrazione affida diciotto giorni prima a due ditte, le mansioni già previste nel capitolato Spezzano! Un vero capolavoro. Ora, queste ditte, chi dovrà pagarle?».