Estorsione aggravata dal metodo mafioso, tre arresti: c'è anche un dirigente comunale

VIDEO | Vittima un imprenditore aggiudicatario dell'appalto di refezione scolastica al Comune di Bianco. Inoltre, fatta luce sulla gestione arbitraria della cosa pubblica da parte di un geometra infedele che avrebbe piegato gli interessi pubblici a quelli propri, dei propri familiari e di persone a lui vicine

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di Redazione
3 luglio 2019
07:22
Il Comune di Bianco
Il Comune di Bianco

Sono tre i destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura di Reggio Calabria ed eseguita dai carabinieri del Comando provinciale con lo Squadrone Eliportato Cacciatori Calabria nei comuni di Bianco, Africo Nuovo e Bovalino. Si tratta di Bartolomeo Scordo, di Africo il 19.02.1984; Domenico Scordo, alias “Micu u pupu”, nato il 18.07.1980, residente a Bovalino; Giuseppe Palamara, nato 25.10.1954, residente a Bianco; i primi due sottoposti alla misura della custodia in carcere mentre il terzo agli arresti domiciliari in quanto tutti gravemente indiziati a vario titolo, insieme a B.V. cl. ‘86, rimasto a piede libero e nei cui confronti è stata notificata un’informazione di garanzia, del reato di tentata estorsione continuata in concorso, aggravata dal metodo mafioso.

Sono emerse inoltre, a carico di Palamara, gravi responsabilità per reati contro la Pubblica Amministrazione (concussione, abuso d’ufficio, peculato, falso in atto pubblico) per fatti commessi in qualità di responsabile dell’area Amministrativa ed Affari Generali del Comune di Bianco, carica ricoperta sino ad oggi.


 

L’esecuzione dei provvedimenti cautelari costituisce l’epilogo di due articolate attività investigative, confluite in un unico provvedimento cautelare, che hanno permesso di assicurare alla giustizia i responsabili di un’estorsione aggravata dal metodo mafioso commessa nei confronti di un imprenditore siciliano aggiudicatario nel 2014 dell’appalto per il servizio annuale di refezione scolastica nel Comune di Bianco (indagine “Pupi”) e successivamente hanno consentito di disvelare come, al Comune di Bianco, a causa dell’infedeltà del geometra Giuseppe Palamara, la cosa pubblica sia stata piegata - all’occorrenza - al volere di pochi (indagine “White city”).

L'estorsione all'imprenditore

Avviata nel novembre 2014, infatti, l’attività “Pupi” - così denominata poiché i due fratelli Scordo, tra gli autori in concorso dell’estorsione, sono così soprannominati, è nata a seguito della denuncia di un imprenditore siciliano, costretto a subire un’estorsione dopo che la sua ditta aveva vinto la gara d’appalto indetta dal Comune di Bianco per l’aggiudicazione del servizio di refezione per l’anno scolastico 2014/15. I 4 indagati, in concorso tra loro e con ruoli ben precisi (i fratelli Scordo quali esecutori materiali delle minacce e interessati al versamento del danaro, Palamara Giuseppe e B.V. quali intermediari con l’impresa) hanno infatti tentato di estorcere all’impresa aggiudicataria dell’appalto, per il semplice fatto di provenire da una diversa area geografica, la somma contante di 2.000 euro a titolo di sostentamento per le famiglie dei carcerati della zona. Inoltre, in caso di risposta negativa da parte dell’imprenditore, lo stesso era stato minacciato di pesanti ritorsioni tra cui il furto e il danneggiamento del furgone impiegato per la consegna dei pasti a scuola.

Il geometra infedele

Partendo da tale contesto, le indagini hanno portato all'inchiesta “White city" che ha consentito di riscontrare all’interno del Comune di Bianco una gestione arbitraria della cosa pubblica da parte di Palamara che, forte del suo incarico, ha piegato gli interessi pubblici a quelli propri, dei propri familiari e di persone a lui vicine. In particolare le indagini hanno dimostrato che il geometra africese, con riferimento all’appalto per il servizio di refezione per l’a.s. 2014/15 (per il quale ha ricoperto l’incarico di Responsabile del procedimento amministrativo) oltre al menzionato tentativo di estorsione ha esercitato una pressione psicologica e morale, anche in forme allusive e velate, su un uomo di fiducia dell’amministratore della ditta aggiudicataria dell’appalto, in modo da coartarne la volontà nella scelta del personale da impiegare nel servizio, ottenendo che venissero assunti soggetti a lui vicini o legati da vincoli di parentela. L’anno successivo invece, sempre con riferimento alla gara d’appalto per l’affidamento del servizio di refezione scolastica ha omesso di astenersi dall’incarico di Responsabile del suddetto procedimento amministrativo - dichiarando falsamente di non avere rapporti di incompatibilità con alcuno - nonostante avesse partecipato e vinto la gara B.V., suo familiare e titolare di un’impresa costituita ad hoc, che ha così ottenuto un ingiusto vantaggio di 67.000 euro, nonostante sarebbe dovuto rimanere escluso a prescindere dalla procedura per assenza di requisiti; ha agito nell’interesse della suddetta impresa - che di fatto gestiva personalmente - impiegando anche 350 euro di denaro pubblico per far ottenere la certificazione HACCP ai dipendenti, al mezzo impiegato per la distribuzione dei pasti ed all’impresa stessa.

 

Nell’ambito delle indagini, infine, è stato possibile riscontare che Palamaraha inoltre omesso di astenersi dall’incarico di responsabile del procedimento amministrativo - dichiarando falsamente di non avere rapporti di incompatibilità con alcuno - con riferimento all’aggiudicazione di due borse lavoro per assistente educativo scolastico, dichiarando tra l’altro vincitore un suo familiare, che avrebbe dovuto essere escluso poiché la domanda che ha presentato era sprovvista della documentazione necessaria a corredo.

 

All’esito delle operazioni, gli arrestati sono stati condotti nella casa circondariale di Reggio Calabria e agli arresti domiciliari a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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