VIDEO | Ieri l'ultimo saluto alla 18enne morta tragicamente nel fiume Lao. Tanti gli amici che hanno ricordato la giovane. Unico ad aver preso la parola tra i docenti, Enrico Tromba ha ripetuto che bisogna far largo al silenzio
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Quando prende la parola il seminarista Antonino Napoli, per ultimo e dopo una lunga serie di strazianti interventi delle amiche di Denise Galatà, i funerali della ragazza morta in gita scolastica sono agli sgoccioli. Ancora in pochi sanno che il ragazzo in abito talare, a cui è stato affidato il compito di parlare a nome della famiglia, è anche cugino della studentessa morta per annegamento durante l’escursione lungo il fiume Lao.
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«Sento di dovermi rivolgere ai suoi compagni di classe che devono affrontare gli esami di maturità a breve – scandisce affrontando da solo l’argomento della reazione dei superstiti – so che, pur provando rabbia, siete stati accanto alla nostra famiglia con grande partecipazione: fate in modo che la maturità che state per affrontare sia nel segno di una vita nuova».
Grande prova di altruismo, l’ennesima data da un nucleo familiare straziato dal dolore e non per questo incline alla rabbia scomposta, piuttosto alla dignità anche quando affida a Napoli il compito di ringraziare. «Ringraziamo tutti – afferma – in particolare il vescovo, il parroco, e forze civili e militari, i soccorritori».
Nessuno accenno alla scuola, assente la dirigente Maria Francesca Morabito, durante le esequie in cui, invece, sono stati tanti i compagni che hanno voluto parlare – rilanciando ricordi e tracciando la biografia di una ragazza che sognava di fare il medico dopo una vita spesa anche in parrocchia – quasi sfidando quell’invito al silenzio che, invece, i vertici del liceo Rechichi di Polistena hanno lanciato, seguiti in questo dall’unico docente che ha preso la parola, Enrico Tromba.
Proprio le ore maledette della due giorni sul massiccio del Pollino, infine, sono state esorcizzate da tutti – non richiamandole mai – ma non da due amiche di Denise: una ha ricordato la spensieratezza che ha preceduto l’incidente, l’altra si è detta certa che la studentessa abbia lottato «con forza impressionante» prima di essere risucchiata dai gorghi del fiume percorso dal rafting.