VIDEO | Collaborazioni con le forze dell'ordine e avanzati sistemi di videosorveglianza per salvaguardare il personale sanitario. Il direttore sanitario Rizzo evidenzia l'urgenza di azioni concrete
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Le aggressioni contro il personale sanitario nelle strutture ospedaliere sono diventate una preoccupazione quotidiana. Per far fronte a questa emergenza, l'Azienda sanitaria di Cosenza ha adottato misure di sicurezza rafforzate. La collaborazione con le forze dell'ordine e l'implementazione di nuovi sistemi di videosorveglianza rappresentano passi importanti per garantire la protezione degli operatori sanitari. Il direttore sanitario dell’Asp di Cosenza Martino Rizzo sottolinea la necessità di interventi decisi per contrastare questa crescente minaccia: «Purtroppo è un fenomeno generalizzato che nell'Asp sta assumendo toni di emergenza vera e propria. Ci stiamo muovendo per cercare di tutelare i nostri operatori», afferma il direttore Rizzo.
L'Asp ha messo in campo diverse iniziative per prevenire ulteriori aggressioni, focalizzandosi su sistemi che possano fungere da deterrente. Uno degli interventi chiave riguarda l'installazione di sistemi di videosorveglianza. Questi sono già stati progettati e la loro realizzazione è in corso in diverse strutture ospedaliere. «In particolare, i sistemi di videosorveglianza che sono già stati progettati e in alcuni spoke sono in via di realizzazione, anche con un rapporto più stretto con le forze dell'ordine», spiega.
Grazie alla sensibilità del prefetto e del questore, le forze dell'ordine hanno intensificato la loro presenza nelle vicinanze delle strutture ospedaliere. Inoltre, è previsto un collegamento diretto tra i centralini degli ospedali e quelli delle forze dell'ordine, permettendo un intervento rapido in caso di emergenze. «Tra poco avremo anche un collegamento direttamente con i centralini delle forze dell'ordine, in maniera tale da farli intervenire precocemente appena si verifichino i primi episodi», aggiunge il direttore. Un'altra misura in fase di attuazione, subordinata all'approvazione del garante della privacy, riguarda l'uso di telecamere personali da parte del personale del pronto soccorso. Queste telecamere avranno la funzione di registrare eventuali episodi delittuosi, fornendo prove concrete in caso di aggressioni. «Appena avremo il via libera da parte del garante della privacy, abbiamo in progetto di dotare il personale del pronto soccorso di telecamere personali per la ripresa di fatti delittuosi».
La sfida della gestione del personale sanitario
La gestione dei comportamenti e delle condotte del personale sanitario rappresenta una sfida cruciale per il sistema sanitario. La tensione spesso palpabile nelle sale d'aspetto degli ospedali può talvolta sfociare in reazioni esasperate da parte dei pazienti o dei loro accompagnatori. Secondo Rizzo la chiave risiede nella sensibilità ai bisogni e nella formazione continua. Il messaggio che parte dai vertici è quello di essere sensibili ai bisogni dei pazienti e dei loro accompagnatori. «Dobbiamo migliorare la nostra formazione per comprendere appieno le necessità di chi abbiamo di fronte», afferma.
«Non è solo il paziente a richiedere attenzione, ma anche chi lo accompagna, spesso stressato e insofferente. Fornire informazioni chiare e tempestive a queste persone può contribuire a mantenere la calma nelle sale d'attesa e a evitare ritardi nel soccorso ai pazienti effettivamente bisognosi. Dobbiamo cercare di fornire il massimo delle informazioni agli accompagnatori, in maniera tale da tenerli tranquilli nella sala d'aspetto ed evitare che la loro agitazione rallenti il sistema di soccorso», aggiunge il dirigente. Uno dei punti più controversi riguarda il presunto carico di lavoro e la carenza di personale. «Questo del personale, secondo Rizzo, in questo momento è un falso problema. In molti presidi ospedalieri della provincia di Cosenza, la situazione del personale è migliorata notevolmente rispetto a due anni fa. «Nel pronto soccorso di Rossano, ad esempio, oggi abbiamo quattro infermieri di turno e due o tre medici nelle ore di maggiore afflusso, mentre nel 2021 c'era un solo medico in servizio e due, massimo tre infermieri», fa presente.
Tuttavia, è innegabile che i comportamenti personali del personale sanitario possano influenzare le reazioni dei pazienti e dei loro accompagnatori. Per questo motivo, è in corso la pianificazione di un piano di formazione del personale mirato a migliorare la comunicazione con i pazienti e i loro familiari. «Vorremmo intervenire con un piano di formazione del personale per garantire una buona comunicazione con i nostri interlocutori», conclude il dirigente.