Nella colluttazione un agente di polizia penitenziaria ha riportato la frattura del braccio. Il sindacato: «La carenza di personale e l’impunità sono una miscela esplosiva»
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Quanto accaduto nel carcere di Rossano, dove un agente penitenziario è stato aggredito da un detenuto riportando la frattura scomposta del braccio, è oggetto di una nota della Fp Cgil Polizia penitenziaria.
Angelo Boeti, coordinatore regionale del sindacato, evidenzia «la drammaticità dell’evento e la mancanza di adeguata risposta alle precedenti richieste di trasferimento del detenuto responsabile, nonché il pericolo che tali eventi, in mancanza di risposte disciplinari nei confronti di questi soggetti violenti, inneschino anche comportamenti di emulazione da parte degli altri detenuti che percepiscono un sostanziale senso di impunità».
«Considerata la nota carenza di organico rispetto a quello previsto, questo può determinare una miscela esplosiva», si legge ancora nella nota, che prosegue con le dichiarazioni del segretario nazionale della Fp Cgil, Mirko Manna: «Rivolgiamo gli auguri di pronta guarigione e vicinanza all’agente vittima dell’aggressione e preoccupazione per la sicurezza e le condizioni di lavoro del personale penitenziario. Occorre assicurare con immediatezza la sicurezza degli agenti di polizia penitenziaria. È essenziale che si adottino provvedimenti risolutivi per la gestione dei detenuti con problemi psichiatrici e per il rafforzamento dell’organico. La sicurezza non può essere compromessa da ritardi burocratici o mancanza di risorse».