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La notizia si era già diffusa nella mattinata di ieri. Poi l’annuncio ufficiale è stato dato in conferenza stampa durante il pomeriggio. Carlo Porcino presidente della Sogas, la società che gestisce l’aeroporto dello Stretto, ha rassegnato le proprie dimissioni. Insieme a lui lasciano Vincenzo Calarco, e a Domenica Catalfamo, la persona che rappresenta la Provincia di Reggio Calabria, socia di maggioranza della Sogas.
Porcino è rimasto vittima del tritacarne innescato dalla crisi senza fine della società di gestione che, seppur in maniera ridotta sotto la sua gestione, ha continuato ad accumulare debiti e a non avere una politica di sviluppo. Tanto da dover adesso mettere mano alla pianta organica. Con le conseguenti proteste e occupazioni dello scalo aeroportuale da parte dei dipendenti che si sono susseguite nelle scorse settimane.
“Il bene dell’aeroporto viene prima rispetto a tutte le altre cose”. ha detto Porcino per spiegare la sua decisione. L’ex presidente ha poi fatto un bilancio della sua gestione e dei tagli ai costi praticati negli anni. Una politica di contenimento e di gestione virtuosa che però non sarebbero stati sufficienti anche per le mancanze degli altri soci, a partire dalla Regione non ha ancora versato i cinque milioni e mezzo di euro più volte annunciati.
Porcino si è tolto poi qualche sassolino dalle scarpe descrivendo uno scalo “ostaggio” delle sigle sindacali e di un’ostilità nata nei suoi confronti per aver toccato non meglio precisati interessi e spezzato alcuni meccanismi.
Fatto sta che adesso con i vertici dimissionari la Sogas dovrà provare a mettersi in regola entro il 15 ottobre rispetto ai rilievi mossi dall’Enac. Altrimenti per lo scalo reggino potrebbero aprirsi nuovi ed inquietanti scenari. Nel frattempo le organizzazioni sindacali sembrano pronte a lavorare all’avvio degli ammortizzatori sociali per i dipendenti della società.
La Cgil, tramite il suo segretario regionale (Filt-Cgil) Nino Costantino tuttavia spera in una ripartenza.
“Le dimissioni del Presidente della Sogas Porcino avvengono solo oggi, anche a seguito della petizione popolare firmata da diecimila reggini, in fortissimo ritardo rispetto ai problemi drammatici dell'aeroporto dello Stretto e dopo i guasti profondi e laceranti che la sua gestione, sostenuta ad occhi chiusi dal Presidente della Provincia Raffa, ha provocato per lo scalo, i lavoratori ed il diritto alla mobilità – dice Costantino - Non esultiamo perché purtroppo i danni e i guasti provocati sono simili a quelli di un tornado. Adesso toccherà rimboccarsi le maniche e tentare di salvare il salvabile, ricostruendo sulle macerie di un disastro che poteva essere evitato da almeno due anni. Noi, insieme ai lavoratori, siamo disponibili a contribuire alla ricostruzione economica, finanziaria e morale della società.
Diciamo sin da subito però che rivendichiamo una gestione davvero manageriale, competente e lontana dai giochi della politica che tanti danni ha causato. Con altrettanta chiarezza sottolineiamo che la salvezza dello scalo ed il rilancio della società non può avvenire sulle spalle dei lavoratori che, al contrario, rappresentano la risorsa fondamentale e imprescindibile per ripartire con il piede giusto”.
Riccardo Tripepi