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«Accogliere persone in fuga dalla guerra, dall'odio e dalla misera, é l'opera pubblica più importante che si possa realizzare». Così parlò Mimmo Lucano, il sindaco di Riace che sta attraversando forse il momento più difficile della sua esperienza da primo cittadino. Adesso su quel sogno di villaggio globale potrebbero mestamente scorrere i titoli di coda. Se ne saprà di più al termine della conferenza stampa convocata oggi pomeriggio per fare il punto della situazione sui progetti di accoglienza e su quale possa essere il futuro di una esperienza politica e umana che rischia di interrompersi.
«Stiamo cercando di resistere – spiega Lucano – ma forse il messaggio che Riace trasmette infastidisce il potere politico che fonda il proprio consenso sull'odio razziale, sul fascismo, sul qualunquismo (nè di destra e nè di sinistra) e sull'indifferenza». Nell’ultimo anno nel paese dell’accoglienza è accaduto di tutto: dalle relazioni degli ispettori prefettizi che hanno gettato ombre sul modello Riace, all’indagine sul sindaco accusato di concussione, abuso d’ufficio e truffa, fino alla dichiarazione del dissesto finanziario. In mezzo la fiction con Beppe Fiorello liberamente ispirata alla storia dell’uomo finito tra i 40 più influenti della terra ma al momento messa in stand by dalla Rai.
A sostegno di Lucano hanno annunciato la loro presenza a Riace anche il governatore della Calabria Mario Oliverio, l’ex sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza, i rappresentanti della Cgil regionale e una delegazione di Potere al Popolo.