VIDEO E FOTO | Da Tor Bella Monaca è partito un messaggio per tutti i giovani: «Voi siete il futuro del Paese, siate in grado di scegliere da che parte stare». Tra i presenti anche Rita Dalla Chiesa, che ha ricordato il sacrificio di suo padre
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Da Tor Bella Monaca parte un messaggio rivolto a tutti i giovani e che supera le barriere provinciali e regionali: «Voi siete il futuro del Paese, siate in grado di scegliere da che parte stare». Oggi nel VI Municipio di Roma, grazie al presidente del distretto municipale Nicola Franco, è stata inaugurata la Scala della Legalità alla presenza di autorità istituzionali, delle forze di Polizia e religiose. Una manifestazione che ha tenuto a sottolineare il suo valore civile, morale e apartitico. La legalità non ha bandiere politiche, la legalità appartiene a tutti.
Questo simbolo pregno di significato e alto valore morale e civile è stato battezzato una settimana prima del ricordo delle vittime delle mafie che cade ogni 21 marzo e che questo anno si terrà a Roma. Sedici i nomi impressi sulla scalinata ma sono 1081 le vittime delle mafie. Tra i presenti la figlia del generale Dalla Chiesa, l’onorevole Rita Dalla Chiesa che ha ricordato come non siano solo nomi quelli sulla scala, sono un monumento alla memoria che non deve restare tale, ma che va abbracciata e custodita scegliendo di stare dalla parte giusta.
Questo parlare ai giovani di legalità è fondamentale, soprattutto per chi nasce in territori difficili e che sembrano non prospettare un futuro ma solo disagio, come questo di Tor Bella Monaca, del Quarticciolo, del Corviale o come le vele di Scampia, Forcella, Rione Sanità di Napoli, la Vucciria o Ballarò di Palermo, come i rioni invisibili di Marconi o Arghillà a Reggio di Calabria.
Questi giovani nascono in territori sociologicamente e antropologicamente complicati, crescono in situazioni e in contesti preoccupanti, dove vedere un amico che vende delle sostanze stupefacenti risulta una cosa normale. Fortunatamente non è così, non è questa la normalità e la manifestazione di oggi ha voluto piantare un seme per riportare i ragazzi dal lato giusto, quello della legalità.
Lanciare un messaggio del genere è fondamentale, soprattutto lanciarlo ai giovani, quelli che credono nella criminalità e che vedono il futuro solo nella delinquenza. È dovere di ogni istituzione dalla punta più estrema dello Stivale fino ai confini del Nord creare una sinergia più forte dove lo Stato a volte è troppo carente. Bisogna spiegare ai giovani di questo territorio e di tutti i territori disagiati di Italia, che si trovano ad essere manovalanza della criminalità, che la malavita non è una chance, ma è la morte certa.
Il presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo con la forza di una leonessa e la passione di una donna di legge non le ha mandate a dire e con determinazione ha parlato ai ragazzi presenti: «È così che va ragazzi, voi potreste mettervi qualche centinaio di euro in tasca facendo la manovalanza di quelli che vi vogliono usare ma poi scapperete, poi finirete in galera, poi vi dovrete nascondere come topi e non è figo. Non è figo! E se passate in questi giorni dalla Stazione Termini troverete un’operazione di marketing di un altro cantante, Tony F. Non è figo cantare che si voleva fare il boss, non è figo ragazzi. Ricordatevelo i fighi li avete da un’altra parte e spesso indossano una divisa, altre volte hanno scelto di diventare magistrati, nella maggior parte dei casi non hanno mai piegato la testa per qualche euro».
Così come l’intervento accorato di don Antonio Coluccia, minacciato e aggredito dai clan di questa zona e al quale è stata assegnata una scorta. Quando lui ha parlato, i ragazzi hanno taciuto il loro mormorio, un vulcano di legalità e amore verso giovani che hanno bisogno di sentire che non sono abbandonati a sé stessi: «C’è un controllo delle organizzazioni criminali sul territorio che non affermano il bene comune, ma sono la negazione del bene comune e soprattutto sono la rovina vera dei ragazzi. Il comportamento malavitoso inizia con il consenso. Non bisogna accordare il consenso. In questo territorio chi non permette il progresso, chi incute paura sono i clan. Alle Torri staccano gli ascensori per non fare uscire la gente di sera. Ragazzi la vita è stupefacente, non le sostanze, non la droga la vita è stupefacente. È come diceva Martin Luther King: “Se non siamo responsabili per quello che abbiamo trovato lo diventeremo se non faremo nulla per cambiare”».
L’onorevole Rita Dalla Chiesa chiede ai giovani di avere cura di questa scala: «Ogni giorno che voi passerete su questi gradini troverete un nome. Pensate a quei nomi, al sacrificio e pensate che quelle scale potranno essere un luogo per socializzare, parlare e ridere e non per spacciare, ma per costruirvi un futuro di lavoro e di studio».
Ha infine ricordato un episodio inedito con cui ha voluto concludere il suo intervento, regalando un piccolo pezzo della sua storia di donna che lotta da quando è nata contro l’illegalità: «A Carini dove è stato ucciso mio padre c’è una scultura. Davanti quella scultura avevo messo un Tricolore che più volte è stato tolto di notte. Quel Tricolore non si capiva dove fosse finito e dove finisse ogni volta. Un giorno mi scrive un signore e mi dice: “Guardi signora Rita, sotto la scultura di suo padre hanno messo una specie di fioriera dove spegnere le sigarette”. Mi sono adirata parecchio e ho chiamato il sindaco di Palermo che ha fatto togliere questa cosa».
«È successo – ha proseguito – che un cordone di ragazzi come voi e dei giovanissimi carabinieri sono venuti con me di notte, abbiamo fatto un cordone, abbiamo rimesso il Tricolore e in seguito il Comando dei Carabinieri ha fatto mettere un plexiglass in modo che nessuno lo potesse più portare via». Questo per dire che quando si vuole la legalità, ci deve essere qualcuno che la deve proteggere e qualcuno che deve proteggere il sacrificio che è stato fatto. «Voi ragazzi avete questo compito. Ora proteggete il significato di questa scalinata».