Il rettore dell’UniRiMI: «Abbiamo fornito elementi per far conoscere il fenomeno criminale e attivato azioni per difendere l’ambiente»
Tutti gli articoli di Cronaca
PHOTO
«In questi giorni a Limbadi, su alcuni beni confiscati al clan Mancuso, dove è sorta UniRiMi, - Università della ricerca delle Memoria e dell’Impegno Rossella Casini - 41 giovani provenienti da Polonia, Italia, Olanda, Croazia, Turchia, Romania e Macedonia, stanno partecipando ad un campo formativo organizzato dall’Associazione San Benedetto Abate e dalla Pro.Re.Active APS, tramite l’Agenzia Nazionale Giovani, con i Fondi stanziati per il progetto Erasmus Plus. L’idea progettuale si concentra sulla sensibilizzazione riguardo l'inquinamento marino, con un focus particolare sulle attività mafiose che contribuiscono ad aggravare il fenomeno». È quanto scrive in una nota don Ennio Stamile, presidente dell’Associazione San Benedetto Abate e rettore UniRiMI.
«Diversi gli obiettivi che - prosegue la nota - si intendono perseguire: fornire ai giovani partecipanti una comprensione approfondita delle questioni ambientali, in particolare sull'inquinamento marino e le sue cause ed alle attività mafiose che danneggiano l'ambiente; promuovere una cultura della legalità e responsabilità ambientale; migliorare le competenze dei giovani partecipanti in termini di lavoro di squadra, comunicazione e creazione di campagne di sensibilizzazione; promozione della Cittadinanza Attiva, per incoraggiarli a diventare cittadini attivi e responsabili, impegnati nella lotta contro l'inquinamento e nel promuovere pratiche sostenibili; creare una rete di collaborazione tra giovani di diversi Paesi europei, favorendo lo scambio culturale e la condivisione di conoscenze e esperienze».
«È stata prevista anche “un’attività sul campo” in collaborazione con le Amministrazioni comunali di Limbadi e di Nicotera per la pulizia della spiaggia di Nicotera Marina. Diverse le testimonianze - continua la nota - proposte ai partecipanti: Nuccio Barillà componente ONAD, Osservatorio Nazionale Ambiente e Legalità di Legambiente; Salvatore Amodio, Colonnello dei Carabinieri in congedo per dieci anni attivo nella Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro; Michele Albanese, giornalista sotto scorta, Consigliere Nazionale FNSI; Bruno Polifroni, ingegnere, esperto di tematiche ambientali nel campo dell’edilizia, nonché familiare di vittima innocente di ‘ndrangheta».
«Nel corso dell’Erasmus sono stati forniti ai giovani alcuni dati inerenti la produzione di rifiuti tossici che nella sola Italia sono stati calcolati in sessanta milioni di tonnellate per una media di un milione di tonnellate pro capite l’anno; i dati sulle navi a perdere che Legambiente - conclude la nota - ha calcolato in 55, mentre secondo la Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti della XIII legislatura sarebbero, invece, 39, inabissate tra il 1979 e il 1995, nel solo mare Mediterraneo. È stato ricordato l’appello di Papa Francesco contenuto nella Laudato Sii che, tra l’altro, “chiede di rinunciare a un consumismo senza etica e senza senso sociale e ambientale e alla dinamica della mera accumulazione per Un’ecologia integrale, fatta anche di semplici gesti quotidiani nei quali spezziamo la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo”. Ai giovani partecipanti sarà offerta anche l’opportunità di visitare la splendida “Costa degli Dei” e la degustazione di prodotti tipici calabresi».