Le associazioni Senza Nodi e Cittadinanzattiva spiegano che nonostante la recente riapertura del laboratorio la maggior parte verrebbero in realtà inviati a Catanzaro
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A Lamezia Terme i tamponi si processano fino alle dieci del mattino. La riapertura del laboratorio di Microbiologia e l’uso di quei macchinari da milioni di euro lasciati a prendere polvere per anni aveva segnato un ace per chi da tempo spinge affinché l’ospedale di Lamezia riprenda peso nel panorama territoriale.
Ma la vittoria, se così si può definire, è parziale e lacunosa visto che, denunciano le associazioni Senza Nodi e Cittadinanza Attiva, nel Giovanni Paolo II i tamponi dopo le dieci verrebbero inviati direttamente al Pugliese Ciaccio. «Qualcuno ci ha raccontato che chi va al Pronto soccorso di Lamezia, dove i medici e gli infermieri (in perenne carenza) si dannano per potere dare nel più breve tempo possibile le giuste attenzioni ai malati, sente dire giustamente che per il ricovero bisogna fare il tampone - riporta una nota delle due sigle - . Ma, se succede che stai male dopo le dieci il tuo tampone va al Pugliese Ciaccio e la risposta arriva quando è possibile».
«Non c’è più l’Obi ( Osservazione breve intensiva), cancellato in poche ore nel periodo emergenza Covid non si sa ancora bene perché, pertanto, anche per stare in osservazione bisogna andare in un reparto. Quale reparto? - chiedono le due realtà - Uno dei pochi che sono rimasti, e devi trovare comunque un posto letto, anche questi ridotti al lumicino. Ma quando arriverà la risposta del tampone per chi è in attesa al Pronto soccorso? Non ci sono termini di tempo».
«In Microbiologia a Lamezia - continuano le due associazioni - si hanno a disposizione 8 unità di personale e si effettuano turni dalle 8 alle 14, ma i tamponi posso essere portati in laboratorio sino alle 10, tutto ciò che arriva dopo va a Catanzaro. Inoltre, pare che, nonostante ci sia l’autorizzazione per processare a Lamezia Terme tutti i tamponi dell’area tirrenica, questi inspiegabilmente vengono comunque trasferiti a Catanzaro. Se è così, ci chiediamo: perché?»
«Lo stesso ospedale Pugliese, spesso ha evidenziato di essere sottoposto ad un sovraccarico di lavoro ed ha, quindi, difficoltà a dare risposte. Infatti, quanto tempo ci vuole per una risposta? E se c’è un positivo? Regna sovrana l’incertezza nei malati e si sospetta un grave disorganizzazione nella struttura. Vorremmo essere smentiti dalla dirigenza dell’Asp e dallo stesso Dipartimento di Prevenzione».
Le associazioni spiegano anche che «a Soverato, ospedale dove il laboratorio è stato quasi cancellato ed il suo dirigente ha fatto richiesta (accettata) di venire a Lamezia, ci sono 12 unità lavorative. Nella struttura lametina che opera e dovrebbe essere potenziata, invece, lasciano otto unità e non attivato turnazioni adeguate a dare risposte al territorio. Perchè?»