Una performance che racconta la storia delle presunte navi affondate nel Mar Mediterraneo e delle indagini portate avanti dal capitano Natale De Grazia, ufficiale della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria morto in circostanze sospette la notte tra il 12 e il 13 dicembre 1995 nel corso di una missione legata alle indagini in corso. A proporlo a Gioiosa Jonica Andrea Carnì, ricercatore e docente locrideo in servizio presso l’Università degli Studi di Milano “La Statale”, con brani eseguiti da Fabio Macagnino.

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«Sulla vicenda delle presunte “navi a perdere” le novità sono poche ma interessanti - ha ricordato il ricercatore - Abbiamo le divisioni dei servizi che seguono in modo diverso il tema e vanno su direzioni diverse. Questo è un elemento interessante che emerge da documenti declassificati ma non del tutto. È necessario continuare a declassificare la documentazione in questione».

L’evento, patrocinato dall'amministrazione comunale di Gioiosa Ionica, è stato promosso dal circolo di Legambiente di Reggio Calabria e dell'associazione Don Milani. Sul palco anche la testimonianza di Nuccio Barillà, colui il quale (in rappresentanza dell'associazione) consegnò alla Procura di Reggio Calabria l'esposto che diede il via alle indagini sulle "navi a perdere". «È importante a distanza di anni mantenere la memoria e ricordare chi è caduto in difesa del mare e della legalità – ha ribadito l’ambientalista reggino - Vogliamo che si faccia chiarezza rispetto alla sua morte e vogliamo che si tolga dalla mente dei cittadini che abitano in Calabria l’idea che nel proprio mare ci possano essere dei rifiuti. Oggi c’è bisogno che chi sa dica qualcosa, che lo Stato faccia delle cose serie per dare tranquillità alla gente e impegnare i cittadini a difendere il mare, che può essere bellezza e ricchezza su cui puntare per un’economia diversa».