In attesa che l’esercito arruolato oltreoceano giunga finalmente al fronte, a garantire soccorso nei reparti ospedalieri a rischio chiusura ci pensano i nostri camici bianchi, e non solo. L’assistenza a queste latitudini continua ad essere assicurata a colpi di prestazioni aggiuntive e grazie ai medici a gettone.

Medici italiani a Locri

Ottanta euro all’ora sborserà l’Asp di Reggio Calabria per rimpinguare l’organico del pronto soccorso di Locri, grazie ad una convenzione sottoscritta con l’azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro che ha già dichiarato la disponibilità a cedere due camici bianchi in forza al reparto di Medicina d’Accettazione e d’Urgenza da impiegare fuori dall’orario di lavoro e con il rimborso delle spese di viaggio. Ma non si tratta affatto di un caso isolato.

Mobilità interregionale

L’ospedale catanzarese da diverso tempo ormai funge da serbatoio per il rifornimento di specialisti per diversi presidi assistenziali. Dallo scorso ottobre, ad esempio, cede all’Asp di Vibo Valentia un ortopedico sempre in regime di prestazione aggiuntiva a 60 euro all’ora oltre al rimborso delle spese di viaggio. Al Gom ha, invece, “prestato” più volte un cardiologo nel corso dello scorso anno.

Medici a gettone

A tariffe leggermente più alte si viaggia invece per garantire l’assistenza al pronto soccorso di Vibo Valentia. Come riportato nei giorni scorsi da Il Vibonese.it, il commissario straordinario, Giuseppe Giuliano, ha dovuto firmare una delibera per esternalizzare diversi turni nel reparto di Medicina d’Accettazione e d’Urgenza: 15 turni al mese da 12 ore a 110 euro alla cooperativa privata Global Medical Division.

A volte ritornano

La stessa società che la scorsa estate ha stipulato un accordo con l’Asp di Cosenza per la fornitura di diversi profili professionali: 95 euro all’ora per un medico di pronto soccorso, 105 per uno specialista di pneumologia e 110 per un anestesista. Di recente, rispondendo a margine di una conferenza stampa, lo stesso presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto ha confermato la circostanza e la necessità di utilizzare ancora i servizi garantiti a caro prezzo dalle cooperative private per evitare di chiudere i reparti in difficoltà nonostante l'avversione più volte espressa nei confronti del fenomeno a cui ha contrapposto l'immagine decisamente più rassicurante dei professionisti d'oltreoceano in missione.

Cubani sold out

Il primo contingente di medici cubani sbarcato in Calabria, ha spiegato in quella occasione, sarà destinato esclusivamente a rimpinguare gli organici degli ospedali spoke di Reggio Calabria, ma molti altri presidi finora hanno espresso la medesima esigenza di rinforzo nei propri territori. L’operazione Cuba, ha aggiunto poi, servirà a calmierare gli attuali prezzi di mercato delle professioni sanitarie ma evidentemente per raggiungere l’obiettivo servirà un numero ben più congruo dei 51 appaltati per ora.