Commenti irripetibili si affastellano sotto i post che riprendono la notizia dell’esplosione di una barca carica di migranti a Crotone
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Una barca piena di migranti prende fuoco ed esplode al largo di Crotone, ma c’è chi ride. Anzi, si sbellica dal ridere. Le faccine sorridenti o sghignazzanti sotto i post che rilanciano la notizia parlano chiaro e rivelano per l’ennesima volta la miserrima natura umana di chi ritiene di poter legittimamente gioire di una tragedia.
Quattro migranti sono morti, altri sono dispersi. E sappiamo bene che questo termine è spesso solo un pietoso eufemismo che si usa per descrivere le vittime di cui ancora non si è riusciti a ritrovare il corpo. Due agenti della guardia di finanza sono feriti, e sulle loro condizioni di salute al momento si sa poco. Ce n’è abbastanza almeno per stare zitti, anche se sei un razzista, anche se sei un fascista, anche se sei un semplice stronzo. E invece no, ridono e si congratulano pubblicamente su Facebook con la sorte per avergli tolto di torno chi “gli ruba il lavoro”, anche se un lavoro magari non l’hanno mai cercato né voluto.
Ridono, mangiando popcorn davanti allo schermo del proprio telefonino, incapaci di empatia, forse l’unica cosa che davvero ci distingue dagli animali: la capacità di immedesimarci, calarci nei panni dell’altro e comprendere i suoi affanni, il suo dolore. Almeno in teoria. Poi ci sono le iene, quelle social, che se pure non strappano brandelli di carne dalle carcasse, ci ballano sopra, postano faccine e gif sbellicanti. E ridono alla notizia di altri esseri umani saltati in aria o finiti in mare mentre si illudevano di andare verso un paese civile.