Ha aperto i battenti a Palazzo Gagliardi di Vibo Valentia una particolare mostra che offre la possibilità ai visitatori di osservare da vicino alcuni tra i più importanti monumenti calabresi, grazie alle riproduzioni in scala realizzate dall’artista Domenico Chiarella.

La mostra itinerante “Castelli e Chiese di Calabria”, promossa dalla Fondazione Carical con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura del Comune, rimarrà aperta fino al 30 dicembre e sarà visitabile da martedì a sabato dalle 17alle 20. Un viaggio nella storia attraverso quindici fedeli riproduzioni di importanti monumenti del territorio calabrese: dalla Certosa di Serra San Bruno ai principali castelli della regione, nonché diverse chiese.

Un evento sul quale punta molto il presidente di fondazione Carical Giovanni Pensabene, per il quale «riappropriarsi come comunità calabrese delle cose più belle a mio giudizio, e a giudizio della Fondazione che presiedo, è un fatto estremamente positivo».

Particolarmente soddisfatto della rinnovata collaborazione con Carical, il sindaco di Vibo Maria Limardo: «La Fondazione Carical tanto bene ha fatto nel corso degli anni per il nostro territorio e molto continuerà certamente a fare. Noi intendiamo, con questa mostra, riprendere un rapporto che si confermerà sicuramente molto proficuo».

Porte aperte a tutti, a cominciare dagli studenti, come spiegato dall’assessore Tripodi: «Da settembre in poi proporremo visite guidate per gli studenti, permettendo loro di ammirare da vicino questi piccoli capolavori e, attraverso di essi, conoscere la storia della nostra regione».

Piccoli capolavori, appunto, quelli di Chiarella, la cui realizzazione richiede tecnica e pazienza, ma anche tanto studio. Come ha spiegato lo stesso artista, geometra in pensione: «Il lavoro inizia da archivi e biblioteche, alla ricerca di documenti, progetti e notizie storiche. Poi prosegue sul campo dove raccolgo elementi riguardo le tecniche di costruzione e i materiali utilizzati. Lo faccio da 25 anni e ad ogni riproduzione dedico almeno due mesi di tempo. Il mio obiettivo è riprodurre in scala il monumento così come si presentava nel momento del suo massimo splendore».