«Ho ritrovato le energie per fare molte più cose e anche il piacere del sonno. Inizialmente ho abbracciato l’esperienza come una sfida. Da calabresi siamo buongustai. Pensare alla dieta e al digiuno mi scoraggiava. Invece tutto è stato diverso e al di sopra delle mie aspettative. Oggi sto decisamente meglio. La qualità della mia vita è notevolmente migliorata. Sono contento di avere aderito al programma e consiglio l’esperienza». 

«Mi ha molto incuriosito il programma che ho subito reputato valido vista anche l’autorevolezza del professore Valter Longo. Avevo già provato altre diete ma non ero mai riuscita a vincere la mia incostanza. Questa esperienza invece è stata per me molto positiva. Sono riuscita a rispettare le indicazioni, traendo un grandissimo beneficio. Mi sono sgonfiata e mi sono sentita subito meglio e più scattante».

Ecco come rispettivamente hanno commentato l’esperienza Giacomo Polito, residente a Molochio, e Gabriella Sorrenti nativa di Cittanova ma residente a Varapodio. Loro sono tra coloro che stanno rendendo possibile il primo grande studio clinico randomizzato sulla Dieta della longevità da parte dell’European Longevity Institute (Euli) della Fondazione Valter Longo Onlus, avviato quasi un anno fa in alcune aree dell’Aspromonte, nel Reggino. 

Ieri a Varapodio, dove ha base il progetto scientifico, presso il Comune, il professore Valter Longo, di origini reggine, ha incontrato alcuni dei pazienti che stanno partecipando allo studio clinico che sinora ha coinvolto quasi 200 persone, di cui il 60% donne e 40% uomini, provenienti dal territorio metropolitano di Reggio Calabria. 

La centenaria Maria Giuseppa 

Li ha incontrati dopo essere stato a trovare Maria Giuseppa Rovere, 101 anni a novembre. Tutta la sua vita è racchiusa lungo la via del Forno di Varapodio. Lì è nata nel 1922, in una casa più giù rispetto al numero 1 dove ancora oggi vive e dove ha trascorso la sua esistenza con suo marito Giovanni Meliadò, morto nel 2006, e con i suoi 4 figli, Grazia, Antonio, Santa e Angela. 

Per una vita lunga e sana 

«L’obiettivo dello studio è raggiungere le 500 persone e accreditare i risultati della ricerca scientifica attraverso una pubblicazione. Ciò consentirà di promuovere questa dieta ad ampio raggio e così rendere concreta “L’opportunità per tutti di una vita lunga e sana”. Grazie al Comune di Varapodio abbiamo potuto avviare lo studio ma serve crescere e coinvolgere la popolazione calabrese», spiega il professore Longo.

Un investimento immateriale 

«Il Comune ha intercettato un finanziamento di un milione e mezzo di euro. La Regione Calabria ha bandito per i borghi 110 milioni di euro di fondi dell’Unione Europea. Varapodio è stato tra i 70 comuni calabresi destinatari. Di questo milione e mezzo abbiamo destinato 260mila euro a questo investimento immateriale che punta al miglioramento della qualità della vita e al risparmio di termini di spesa sanitaria. È il primo studio randomizzato di grande valore che speriamo di poter portare oltre e i confini nazionali», spiega il sindaco di Varapodio, Orlando Fazzolari.

La proposta 

«L’accesso al programma è volontario, gratuito e riservato a persone di età compresa tra i 30 e i 65 anni che abbiano il diabete o siano ipertesi, che abbiano il colesterolo alto, che siano in sovrappeso oppure obesi. Dobbiamo misurarci con una di queste condizioni e analizzare l’impatto dei protocolli alimentari che proponiamo. Le persone sono seguire da un nostro team di nutrizionisti», spiega il professore Longo. 

«Uno studio promettente. Stiamo seguendo le persone proponendo la dieta della longevità e, ad un altro gruppo, anche la dieta mima-digiuno, ossia un protocollo alimentare ipocalorico di 5 giorni somministrato ogni tre mesi. È un’esperienza particolarmente entusiasmante, molto apprezzata anche dai pazienti e che auspichiamo di potere prolungare», spiega la nutrizionista Antonella Pellegrino, impegnata proprio presso la base operativa allestita a Varapodio.

La dieta della longevità 

Valter Longo, cresciuto tra la Calabria e la Liguria, è professore di Biogerontologia e direttore dell’Istituto di Longevità alla University of Southern California - Davis School of Gerontology di Los Angeles, uno dei centri più importanti per la ricerca sull’invecchiamento e sulle malattie correlate all’avanzamento dell’età. Qui svolge ricerca sia di base, sia clinica su nutrizione, genetica e invecchiamento. La sua proposta di Dieta della longevità è costituita principalmente da alimenti di origine vegetale come cereali, verdure, legumi, frutta a guscio abbinati a consumo di pesce.

Uno stile di vita antico e gli studi scientifici moderni 

Abitudini alimentari più sane per migliorare la qualità della vita, ispirandosi a chi avendo segnato proprio in Calabria, e in particolare nel Reggino, primati di longevità ha dimostrato che si può vivere a lungo, pur avendo attraversato periodi di stenti e avendo scoperto solo dopo un altro stile alimentare. Dunque nel giusto equilibrio delle cose può risiedere un modello alimentare dal quale trarre beneficio. L’obiettivo oggi è quello di vivere bene e in salute, e, perché no, anche più a lungo. «La longevità record di un tempo va sparendo. Noi cerchiamo di recuperarla, riportando parte della popolazione a uno stile di vita antico ma al contempo ammodernato da studi scientifici», spiega ancora il professore Valter Longo.

La longevità, l’invecchiamento e le storie mai dimenticate  

«Essendo nato a Molochio, paesino di 1500 abitanti che è arrivato ad avere 5 persone centenarie, la longevità ha per me sempre rappresentato un argomento di grande interesse. La longevità e l’invecchiamento hanno lavorato in me anche quando, immerso nella mia dimensione creativa, suonavo la chitarra rock e jazz negli Stati Uniti. Non ho mai dimenticato Salvatore Caruso che mi ha visto crescere e che è morto all’età di 110 anni, forse il più longevo d’Europa ma certamente il più longevo d’Italia», racconta Valter Longo. 

Longevità e obesità da record: tutto in Calabria

«In Calabria, oltre ai primati di longevità nel mio paese natio, Molochio nel territorio metropolitano di Reggio, c’è anche il dato allarmante di uno dei più alti di obesità in Europa. Dunque una regione in copertina sul National Geographic, solo per citare una delle tante testate autorevoli, che con diffusione mondiale ha pubblicato un numero dedicato a “I segreti della longevità”; ma anche una regione in cui esiste l’allarme dell’obesità infantile. Dunque un ambito di studio e approfondimento molto interessante, oltre che necessario da esplorare», sottolinea il professore Longo.

«In Calabria, si registra il più alto tasso di obesità in Europa. Arriva addirittura al 42% il dato di obesità infantile rispetto alla media nazionale del 29%. Questo aspetto è a nostro avviso più che rilevante per sorreggere la necessità di completare questo studio. Esso preverrebbe anche l’insorgenza di malattie legate all’invecchiamento e inciderebbe pure sulla spesa sanitaria in una regione complessa come la Calabria», spiega l’amministratore delegato della fondazione Valter Longo, Antonluca Matarazzo

Riduzione dei farmaci anti diabetici e anti ipertensivi 

«Lo studio clinico in atto è finalizzato a ridurre la percentuale di massa grassa, migliorare la composizione e funzione corporea e di conseguenza l’età biologica e la salute della comunità. Autorevoli studi precedenti sulla dieta della longevità hanno già formalizzato esiti molto incoraggianti con riferimento ai pazienti oncologici, nei quali la chemioterapia risponde meglio, ai pazienti diabetici e ipertesi che sono andati incontro a una riduzione significativa di farmaci. Esiti che, senza volere certamente demonizzare o sminuire, non sono stati raggiunti dalla Dieta mediterranea». 

Il cibo come farmaco

«Positivi riscontri anche con riferimento al colesterolo, di cui si registra un miglioramento dei valori in chi parte con livelli alti. Su auto immunità, sclerosi multipla, malattie cognitive e Alzhaimer ancora è presto per parlare. Studi sono in corso. La nostra proposta non si pone come antagonista o alternativa. Ci sono casi in cui i farmaci non sono sostituibili ma può esistere un equilibrio diverso e più salutare che noi vorremmo validare da un punto di vista scientifico. Quando il farmaco serve, serve ma molto spesso a liberare dalla malattia può essere proprio il cibo», spiega ancora il professore Longo, omaggiato al termine dell’incontro con una ceramica artistica del maestro Enzo Ferraro.