«Ho sofferto di anoressia, bulimia nervosa e ho una forma di depressione. Quando sono arrivata qui rimettevo circa quindici volte al giorno. Vomitare per me era una valvola di sfogo così come per gli sportivi può esserlo fare una corsa. Più ero magra, più mi vedevo le ossa e più mi piacevo. Poi ho capito che per me dimagrire era come un'arma di difesa: se sei magra sei meno appetibile per gli uomini, sei meno desiderabile». Claudia Sacco era appena una ragazzina quando ha iniziato a soffrire di disturbi alimentari. Oggi 30enne, seguita dall'equipe del Centro dei disturbi dell'alimentazione dell'Azienda Dulbecco di Catanzaro, diretto dalla professoressa Cristina Segura Garcia, ripercorre un momento delicato della sua vita quando, tra la terza media e il primo anno anno di scuola superiore, vive un trauma, legato alla sfera sessuale, che segnerà per sempre la sua vita. «Io non accettavo quello che mi era successo, non riuscivo a capire perché a me, perché in quel modo».

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Il coraggio di chiedere aiuto

Per anni Claudia tiene tutto dentro, apparentemente vive una vita normale laureandosi con successo, oggi è prossima ad una seconda laurea, fino a quando, quattro anni fa, riesce a trovare il coraggio di aprirsi con la sua famiglia e chiedere aiuto. «Noi che soffriamo di questi disturbi abbiamo quasi tutti di base l'ossessività quasi maniacale per la perfezione. Non devi fare vedere che stai male, devi invece fare vedere in qualche modo che sei brillante e la cosa più facile è riuscire negli studi. Molti pensano che una persona bulimica, vomitando, non può ingrassare. Invece no, paradossalmente quasi tutti i bulimici sono normopeso».

Il messaggio di Claudia

Oggi Claudia ha deciso di raccontarsi e di rivolgere un appello a chi come lei è entrato nel tunnel dei disturbi alimentari: «Quando vi accorgete che iniziate a contare i grammi di quello che mangiate, quando andate al supermercato e comprate un prodotto che ha anche solo una caloria in meno rispetto ad un altro, quando vi guardate allo specchio e non vi piacete perché vi vedete in un modo in cui non siete, non sottovalutatelo, chiedete subito aiuto perché più aspettate e più sarà difficile uscirne». Sta meglio ora Claudia, ha metabolizzato il suo problema e giorno per giorno sta ottenendo piccoli grandi risultati, e anche il suo rapporto con gli uomini è cambiato: «Sono fidanzata da cinque anni, lui è stato molto bravo, sensibile. Mi sta aiutando in questo percorso. È prezioso. Come del resto lo è la mia famiglia, e questo fa la differenza».