L’antica statua di Sant’Antonio da Padova d’ora in poi porterà in mano un giglio d’argento disegnato da Giuseppe Spadafora e realizzato dall’orafo Giancarlo Spadafora di San Giovanni in Fiore, eredi del grande maestro orafo Giovambattista Spadofara.

La cerimonia si è svolta a Padova alla presenza del priore della Basilica di Sant’Antonio, Leonardo Da Ascenzo. Mentre a Spadafora è stato consegnato a titolo
di benemerenza il medaglione antoniano confraternale, benedetto per le mani del Moderatore il reverendissimo P.Antonio Ramina, Rettore della basilica antoniana.

La scelta di far realizzare il giglio per la statua di Sant’Antonio dell'Oratorio dei colombini è del Comitato Mani Unite per Padova presieduto da Eleonora Caramanna. L’idea è partita dopo l’opera realizzata dagli orafi calabresi per la Mostra del cinema di Venezia. Contattato in quella occasione Giuseppe Spadafora, il comitato di Padova gli ha chiesto la disponibilità a disegnare a realizzare il giglio, cosa che i fratelli Spadafora hanno fatto nel giro di poco tempo, donandolo al santuario, affinché la statua del santo, attraversando città e paesi, avesse nelle mani un segno di devozione della Calabria.

La devozione al Santo delle Genti è davvero universale forse perché lui stesso desiderò considerare tutto il mondo come la sua casa. Era portoghese di nascita, andò in Marocco per portare la fede, approdò in Sicilia per un naufragio, poi, risalì la Penisola sino ad Assisi e si unì ai frati di san Francesco, il quale lo inviò sino in Francia. Una volta tornato in Italia si stabilì a Padova dove morì nel 1231. Era un frate amatissimo, anche perché era vicino a tutti: soprattutto ai poveri, alle persone in difficoltà, ai malati. In questo suo essere ‘fratello di tutti’ sta forse la sua universalità, qualcosa che lo rende amico di tutte le genti del mondo, al di là della nazionalità, della cultura e addirittura delle religioni, dato che sant’Antonio è rispettato anche da chi non professa la fede cattolica.