«Tre anni volati via come il vento durante i quali ho cercato con tutte le mie forze di costruire una Protezione Civile adeguata alla regione italiana, la Calabria, nettamente più esposta alle calamità naturali dove, a causa della mancata prevenzione, l'emergenza è diventata normalità e dove, per questo, la Protezione Civile lavora senza sosta tutti i giorni e tutti i minuti dell’anno». E ancora «Abbiamo rivoluzionato il sistema del volontariato di protezione civile, sottraendolo alla politica, riportandolo alle sue nobili origini e aprendolo a tutti».


Il Capo della Protezione Civile Carlo Tansi dal suo profilo facebook, in questi anni usato come una vera e propria forma di comunicazione, denunce e sfoghi, annuncia in questo modo l’approssimarsi della scadenza del suo incarico, ricorda quanto fatto, le emergenze affrontate e gli ostacoli, tanti, incontrati per «ripulire dal malaffare, denunciando sempre illeciti e soprusi alla autorità giudiziaria e contribuendo nelle indagini che hanno portato anche agli arresti di soggetti che in passato avevano leso le nobili origini della Protezione Civile. Per questo ho subito minacce di morte e attentati».


Tre anni difficili, intensi. Un carico pesante da sopportare sia da un punto di vista fisico che emotivo. Tansi ha deciso di ritornare a fare il ricercatore nell’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del Consiglio Nazionale delle Ricerche.


«In questi tre anni sono stato subissato da emergenze: frane, inondazioni, terremoti, incendi, sbarchi, tendopoli, ecc. Grazie al prezioso supporto dei miei collaboratori, abbiamo fatto risparmiare alla pubblica amministrazione altre 1 milione e mezzo di euro all'anno, tra trasferimenti da locali privati a locali regionali e straordinari, turnazioni e reperibilità di personale che, anche con mansioni di operaio, guadagnava fino a 6000 euro netti al mese» racconta come un fiume in piena Tansi. E poi ancora: «abbiamo professionalizzato tutto il personale della Protezione Civile regionale attraverso corsi di formazione altamente specialistici. Abbiamo reso sicuri sistemi di comunicazione che, prima del mio arrivo, si paralizzavano ad ogni temporale perché andava via la luce e che invece ora funzionano anche (speriamo mai) in caso di grande terremoto».


Ma non solo. Tansi spiega anche di avere reso «intercomunicanti e interattivi in tempo reale durante le emergenze tutti i soggetti del sistema di protezione civile, compresi i cittadini che attraverso la nostra App gratuita EasyAlert possono facilmente comunicare alla nostra sala operativa situazioni in cui rischiano la vita, oltre che ricevere direttamente i messaggi di allerta».Un sistema, ricorda ancora il dimissionario capo della Prociv, lodato da Angelo Borrelli e vincitore del primo premio a Roma, lo scorso giugno, al forum nazionale della pubblica amministrazione per le sue caratteristiche innovative.


«Abbiamo gestito in con efficacia tantissime grandi emergenze e le relative Ordinanze - incalza ancora Tansi - distribuendo decine di milioni di euro con criteri basati sulla equità, trasparenza e sulla legalità, supportando costantemente i sindaci, giorno e notte, tutti i giorni dell'anno. Abbiamo realizzato in tutte le sedi provinciali uffici ipertecnologici dove abbiamo distribuito mezzi e attrezzature che prima erano tutti concentrati a Catanzaro o dati ad associazioni di volontariato gestite con metodi clientelari. Abbiamo portato i comuni dotati di piani di protezione civile dal 53% al 94%, anche in tal caso supportando i sindaci nella redazione dei piani, mettendo loro a disposizione gratuitamente una task force di 80 professionisti specializzati. Abbiamo realizzato una nuova Sala Operativa Regionale Unica di ultimissima generazione che inaugureremo a breve. Abbiamo istituito la Scuola di Protezione Civile, della quale fanno parte i tre rettori degli atenei calabresi ed altri importanti riferimenti istituzionali, rivolta ai volontari di protezione civile, ai tecnici comunali e alle scuole, per professionalizzare gli operatori e per cambiare, attraverso gli studenti, la mentalità dei Calabresi per passare dalla cultura degli scongiuri a quella della prevenzione e della legalità».

«Abbiamo dato vita e forma ad una istituzione vitale per la sicurezza di due milioni di calabresi, che esisteva da decenni e della quale moltissimi non conoscevano l'esistenza: la Protezione Civile. Ce l'ho messa davvero tutta, tra mille difficoltà, con il cuore e con l'anima, per cambiare questo sistema. Ho lavorato tutti i giorni dell'anno, sabato e domenica compresi, anche a Natale e capodanno, sottraendo il mio tempo ai miei affetti più cari, Nadia, Giulia e Valentina, per realizzare il mio progetto di Protezione Civile».


«Avrei voluto fare di più – conclude il capo regionale della Prociv -. Però quello che ho fatto mi gratifica enormemente perché durante questi tre anni ho sentito, ogni giorno di più, la vicinanza, l'affetto e la stima della gente comune. Grazie alla gente comune ho trovato la forza per lottare, non come un don Chisciotte contro i mulini a vento, ma come un leone  in un contesto per me completamente nuovo ed ostile che tanta amarezza mi ha dato. Contesto avvelenato da certi pochi nemici, poco credibili, di cui mi onoro di aver subito gli attacchi mediatici che mi hanno sferrato per denigrare la mia persona avendo toccato interessi e incrostazioni sedimentati per anni. Grazie alla gente comune ho trovato anche la forza con la quale ho superato uno dei momenti più difficili della mia vita per motivi legati al mio stato di salute. Ringrazio di vero cuore il presidente Oliverio per la stima e la fiducia che mi ha dato. Perché mi ha difeso nei momenti più bui. Senza di lui non avrei avuto questa grande opportunità. Viva la Protezione Civile e viva la nostra Calabria».