Gusti e sapori che sanno di antico ma che sanno anche rinnovare sulla tavola arbëreshe per il cenone di fine anno: tutto ha un significato profondo. Lucia Martino descrive la varietà incredibile che il mondo albanofono produce in tavola. Il 31 dicembre ci sono stati piatti antichi importanti sulle tavole arbëreshe, insieme ai piatti tipici che addobbano anche le tavole tradizionali tipicamente calabresi.

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Un piatto speciale che racconta un mondo enogastronomico fatto di origini miste è il brodo di tacchino, unitamente alle diverse varietà di pasta che il mondo arbëresh ha innovato in ogni modo. A mancare sulla tavola tipica dell’Arbëria tradizionale sono le lenticchie: niente valori di un’economia superstiziosa e spiccia, dunque, ma una particolare attenzione alla capacità manuale che ancora una volta investe il mondo della fattura pastaiola.

Tuttora, al centro dell’economia enogastronomica locale, a vincere su tutte sono le cosiddette “striglie” (shtridhelat), che ancora oggi dominano i menù dei ristoranti locali e identificano il senso di una comunità che resiste per esistere e determina nella quotidianità della tavola il proprio senso di appartenenza.