Secondo il report settimanale dell’Anbi le poche riserve dovranno essere destinate all'uso domestico. In Calabria invaso del Menta al 40%, Alaco al 71%
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«Tre settimane ancora e non ci sarà più acqua per l'agricoltura nel Centrosud. Si moltiplicano razionamenti e sospensioni idriche anche per il potabile»: il bollettino settimanale dell’Anbi mette nero su bianco che la crisi è nera.
Ancora 20 giorni e tutto il Mezzogiorno non avrà più acqua a disposizione per l'agricoltura. La poca rimasta dovrà essere totalmente destinata ad usi domestici. Quadro drammatico: è la fotografia della siccità che accompagna l'estate 2024.
La situazione è particolarmente grave per Puglia, Abruzzo e Sicilia, dove gli invasi sono quasi vuoti, ma precaria anche in Sardegna, Basilicata, Calabria, Campania e Lazio. Il Nord viene descritto invece come «sovrabbondante d'acqua», con laghi e fiumi al di sopra delle portate medie. Anbi offre il quadro dettagliato della situazione.
In Calabria, nel Vibonese, la diga di Alaco trattiene il 71% dei volumi invasabili, mentre quella del Menta, che dà da bere a Reggio Calabria, è ferma al 40%.
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In Basilicata, in una settimana, le dighe hanno rilasciato 12 milioni e mezzo di metri cubi d'acqua: un quantitativo superiore di circa 600.000 metri cubi a quanto erogato 12 mesi fa durante il luglio più caldo della storia; rispetto all'anno scorso mancano nei bacini lucani ben 208 milioni di metri cubi d'acqua, mentre Matera è stata allagata da un nubifragio violentissimo.
In Puglia l'immagine simbolo della situazione, secondo Anbi, è il bacino di Occhito, al confine tra Puglia e Molise e «serbatoio» del Tavoliere, dove si concentra una considerevole quota della produzione di cereali italiana: «In soli 8 giorni ha visto ridursi i propri volumi di oltre 15 milioni di metri cubi; la diga sul fiume Fortore ne trattiene adesso solo 77 milioni circa e, d'ora in poi, l'acqua dell'invaso servirà quasi esclusivamente per l'uso potabile, facendo prevedere che, per la metà di agosto, la Capitanata non avrà più risorsa per irrigare i campi».
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In Abruzzo il bacino di Penne è già prosciugato «e anche l'acqua dell'invaso di Chiauci si esaurirà entro metà Agosto» con gravi ripercussioni per tutta la zona di Vasto. Stessa sorte per i territori della valle Peligna dove, a causa delle esigue portate fluviali, si registrano crescenti difficoltà a ricaricare le vasche d'accumulo, nonostante da ormai un mese si effettuino turnazioni ed interruzioni nel servizio di distribuzione. «Che l'attuale crisi idrica in Abruzzo sia senza precedenti - fa notare ancora Anbi - è dimostrato anche dalle esigue portate delle sorgenti in territori, come quelli ai piedi della Maiella, che mai hanno sofferto per mancanza d'acqua».
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In Sicilia rispetto alla siccità record del 2002, in tutta la regione è caduto appena un millimetro di acqua in più. «Su larga parte della Sicilia Orientale il deficit supera il 60% su base annua.. Sull'isola, 6 bacini su 29 non hanno più acqua utilizzabile». A Enna l'acqua potabile è ormai erogata un giorno sì e uno no, riduzioni consistenti vengono già attuate nelle province di Caltanissetta e Ragusa. Qui la portata della rete è crollata da 1.200 litri al secondo a 180. «L'acqua è razionata anche a Palermo».
In Sardegna i bacini hanno in media un tasso di riempimento del 57% ma alcuni di essi sono già calati al 13%. «Tutti gli altri bacini, fatta eccezione per quello della diga del Liscia in Gallura, sono a livello di pericolo e quindi applicano riduzioni nell'erogazione idrica».