Si torna a indagare sul mistero dei Bronzi di Riace. Un mese di ispezioni archeologiche subacquee, strumentali per la verifica diretta dei fondali, che si svolgerà nelle acque antistanti la spiaggia di Riace in località “Porto Forticchio”. È quanto ha ordinato il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti accogliendo così la richiesta avanzata nei mesi scorsi da studiosi ed esperti guidati dal freelance e scrittore Giuseppe Braghò, alla luce di recenti rinvenimenti fortuiti riconducibili secondo l’esperto ai Bronzi di Riace, ritrovati nell’agosto del 1972 in quello stesso tratto di mare. Si tratta di un manufatto simile a un occhio completo di iride e alette di fissaggio, alcuni grandi chiodi e un rivetto in rame.

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«Queste scoperte – dichiarò all’epoca Braghò – evidenziano in modo significativo come l’area di Porto Forticchio sia ancora meritoria di attenzione scientifica. La necessità di effettuare scavi sistematici sia in acqua sia sulla prospicente linea costiera, imporrebbe decisamente un nuovo impulso alla ricerca archeologica. Inoltre l’intera area andrebbe messa immediatamente sotto tutela dalle autorità competenti, perché salvaguardare l’integrità del contesto archeologico di Riace Marina, sicuramente preserverà dati che amplierebbero decisamente le conoscenze diacroniche del territorio, focalizzando l’interesse non solo sullo studio delle celebri statue rinvenute ormai più di cinquant’anni fa in circostanze mai troppo chiarite, ma su tutta la costa ionica calabrese». Continua a leggere sul Reggino.