Sul suo corpo parole in latino, macchie che sembrano di sangue, croci. Da una parte gli scettici, dall'altra i fedeli. Il figlio: «Siamo sconvolti e senza parole»
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È una storia incredibile. Ai limiti. Destinata a fare clamore, a provocare divisione: da una parte gli scettici, gli increduli e quelli pronti a gridare all’inganno. Dall’altra parte quelli che vedono un miracolo, un evento inspiegabile, un segno divino.
Accade in provincia di Catanzaro, ma per evitare di scatenare le reazioni più ingestibili, omettiamo il nome della persona (un signore umile, nonno, amato e stimato da quanti lo conoscono) e del comune dove vive (piccolo centro interno del catanzarese).
Raccontiamo semplicemente i fatti (veramente incredibili) che sono accaduti, e lo facciamo con le parole del figlio. Il papà non vuole parlare con nessuno, assolutamente: «Tutto quello che sta succedendo è qualcosa di unico e straordinario. Ma volevo invitare tutti a mantenere la massima calma. Capisco perfettamente che vogliate incontrare mio padre, ma credo che in questa fase sia giusto dare a mio padre lo spazio di capire. È un momento molto delicato e io devo tutelare anche la privacy della mia famiglia. Siamo sconvolti e senza parole, dobbiamo ancora metabolizzare quello che sta succedendo. Di sicuro ci sarà tempo e modo. Invito tutti a rispettare questa piccola richiesta da parte mia e comunque di unirvi alla preghiera».
Ma cosa è successo a questo umile signore? Ad un certo punto sono comparse sulla pelle delle braccia e delle mani, segni particolari, parole in latino, macchie che sembrano di sangue, croci, forse anche stimmate. Accade ogni venerdì.
La persona in questione si è dapprima spaventata, per cui ha consultato alcuni medici, poi si è rasserenato, cominciando anche a dire che deve far conoscere a tutti alcuni messaggi che ha ricevuto. Annunciando che non parlerà con nessuno, solo in chiesa e solo con i sacerdoti. E da loro si aspetta risposte. E su questo insiste con forza.
L’evento si viene a sapere fra amici e vicini in pochi giorni. Ma iniziano anche a emergere illazioni e sospetti. Tanto che nuovamente il figlio è costretto a intervenire: «Inviterei tutti coloro siano a conoscenza di tale meraviglia di unirsi a noi nella preghiera e di lasciare andare ogni e qualsiasi forma di cattiveria».
Domenica 27 il signore andrà in chiesa nella sua parrocchia, ma già si tema che l’evento possa essere di difficile gestione. Il figlio, per arginare le voci più critiche, ha fatto alcune foto al papà: «Ho fatto queste foto per ricordare a tutti che mio padre non è mai stato da solo, in lui c’è un dono meraviglioso e una famiglia che lo sopporterà in qualsiasi sua decisione. Ti amiamo papà».
Le foto sono per certi versi sconvolgenti. Ma ovviamente non risolvono alcun dubbio, magari possono confermare più di un sospetto. Sarà la Chiesa col suo vescovo a dire qualcosa, se mai vorrà farlo.
Di certo c’è la conferma di tutti quelli che lo conoscono: «È una persona per bene»; «è un uomo umilissimo e buono»; «la famiglia è di persone perbene, tranquille».
Una sola domanda ci potremmo porre: ma perché? Perché tutto questo?
Qualunque sia la natura, l’origine, la causa.