Continuano le attività di ricognizione e di avvio del mandato dell’Autorità garante regionale, l’avvocato Giovanna Russo, nel settore penitenziario. La Calabria conta ben 12 istituti penitenziari per adulti, un istituto penale minorile, l’Ipm di Catanzaro, due Rems una a Girifalco e una a Santa Sofia de Piro. Una regione complessa che vive da sempre contraddittorietà che di certo non hanno risparmiato nel tempo il mondo del carcere.

Già nel primo mese da quando ha assunto il suo mandato istituzionale, la Garante ha effettuato una riunione per la ricognizione della Sanità penitenziaria calabrese, condividendo con la Regione e il Prap della Calabria delle linee operative volte a riorganizzare la sanità, sull’intero territorio, offrendo così ai cittadini ristretti una qualità delle cure adeguata ai Lea.

«Già nel primissimo incontro con il presidente del Consiglio Mancuso, condividevamo e convergevamo sull’idea di focalizzare l’attenzione sulla sanità penitenziaria per la parte di mia competenza, fornendo dati e progettualità concrete. Al tema presta molta attenzione anche il presidente Occhiuto, ben consapevole che una sanità penitenziaria che funzioni favorisce reali garanzie e tutele per tutti. In questa direzione l’Autorità Garante è pronta a fare responsabilmente la propria parte al fine di rendere concreto il diritto alla salute dei privati della libertà, promuovendo attività di efficientamento dei servizi all’interno dei nostri istituti di pena».

Ha effettuato già, in un solo mese, tre visite istituzionali, partendo dalla casa circondariale Ugo Caridi di Catanzaro in occasione della cerimonia del Giubileo delle carceri, e nei giorni scorsi si è recata presso il Centro di giustizia minorile della Calabria e successivamente all’Ipm di Catanzaro. In programmazione le visite presso gli altri istituti della regione e le due Rems.

Impegnata in attività di sensibilizzazione della tematica carceraria e dei diritti umani, ha già presenziato in queste settimane a più convegni, volti a diffondere la cultura della giustizia dentro e fuori le mura, lavoro indispensabile per la stessa. È stata altresì audita in Commissione regionale per l’eguaglianza dei diritti e delle pari opportunità, al fine di vagliare con la commissione ulteriori attività di sensibilizzazione per la detenzione delle donne. Successivamente ha fortemente voluto ed è stata condivisa l’audizione in Commissione consiliare contro il fenomeno della 'ndrangheta, della corruzione e dell'illegalità diffusa.

Vogliamo incontrarla a distanza di un mese e chiederle concretamente cosa ha trovato nelle visite istituzionali che ha già effettuato in così poco tempo.

«Parlare del sistema penitenziario significa accingersi ad affrontare un tema altamente complesso tanto per l’interdisciplinarietà con la quale dovremmo descrivere tutte le realtà che lo compongono, quanto per le varie articolazioni e le connesse peculiarità delle stesse. Posso sicuramente dire che ho trovato delle amministrazioni impegnate in prima linea, pronte a fare la loro parte, a cui va tutta la mia vicinanza istituzionale per i sacrifici che compiono nelle loro attività quotidiane. La mancanza di personale e di una formazione specialistica sono dati effettivi sui quali bisogna continuare a lavorare per una migliore condizione di vivibilità negli istituti».

«Ho avuto modo di interloquire con i direttori degli istituti, con alcuni operatori penitenziari ed ho trovato una comunità-Stato che, con abnegazione e coraggio, risponde al dettato costituzionale di umanizzazione della pena, malgrado il momento sociale molto complesso. Le persone private della libertà auspicano percorsi che diano loro una reale seconda chance attraverso un trattamento penitenziario che permetta un ripensamento e un reinserimento tangibile».

«Mi hanno particolarmente colpito le riflessioni dei minori e dei giovani adulti che ho incontrato giorni fa. Tanta voglia di riscatto, sicuramente esito di un processo di ripensamento della loro vita. I ragazzi hanno bisogno di riconoscersi nell’autorevolezza, nelle regole che non rinunciano alla relazionalità. L’ascolto e il dialogo sono fondamentali».

A proposito di minori detenuti e di minori in comunità, quale è la sua visione a riguardo?
«Sì, li ho incontrati a Catanzaro, alla presenza del direttore della struttura, della dirigente del Cgm e di altri funzionari che quotidianamente si dedicano alle loro tensioni emotive, caratteriali e ai loro problemi di salute. Ciascuno con il proprio vissuto ha una storia di vita spesso triste e di importanti fragilità. Sono persone che, accompagnate in un reale percorso di attività educative, formative e di reinserimento, auspicano che la loro esistenza si normalizzi e che il rientro in società non li marchi per sempre».

Voglio fare un cenno alla sua audizione in Commissione regionale anti-’ndrangheta. Perché questo studio e quali riflessioni su criminalità organizzata e carcere?
 «Questo studio è la riflessione scientifica che curo da anni per una giustizia giusta dentro e fuori le mura, per una realizzazione del welfare penitenziario che concepisca gli istituti come case di vetro, libere da illegalità e criminalità. Il fenomeno della criminalità carceraria è complesso, ma va affrontato con rigore scientifico e dati concreti, istituto per istituto.
A noi interessa rieducare e garantire i diritti delle persone più deboli e fragili, quelle che vivono un altissimo rischio di cadere nelle maglie della criminalità. Le attività trattamentali, la rieducazione e il reinserimento previsti dalla Costituzione e dall’ordinamento penitenziario saranno realizzabili solo se riusciremo a mettere al centro la sicurezza.
Partendo dalla complessità dell’eterotopia carceraria, facendo tesoro dei migliori uomini tanto del settore penitenziario quanto dell’antimafia nazionale, saremo in grado di realizzare la normalizzazione e l’auspicata pacificazione della realtà carceraria. Sconfiggere la criminalità da dentro è necessario e urgente, oggi più che mai, soprattutto per evitare che si ledano i diritti dei detenuti più deboli e di chi una seconda vita vorrebbe davvero costruirla».