Con una cerimonia intensa e partecipata, l’Università di Roma Tor Vergata ha ricordato Francesco Occhiuto, dottorando della Scuola di Dottorato in Scienze Medico e Chirurgiche Applicate, prematuramente scomparso nelle scorse settimane. La commemorazione si è svolta martedì 9 aprile, nella sala del Senato Accademico, alla presenza del Magnifico Rettore Nathan Levialdi Ghiron, dei suoi docenti, colleghi e amici.

«È stato un momento pieno di emozione, profondo, vissuto con rispetto e affetto sincero», ha detto Mario Occhiuto, padre di Francesco, nel suo intervento. Le sue parole hanno ripercorso il legame con il figlio, le sue fragilità e la forza del suo pensiero: «Mi accorgo che era lui, con la sua dolcezza e profondità, a indicarmi una strada. Quella che oggi comprendo essere la più giusta e la più umana».

Molti hanno ricordato l’impegno e la serietà di Francesco, il suo carattere riservato ma capace di creare legami autentici. «Credeva in una ricerca che avesse uno scopo umano, che fosse davvero utile. Ora tutti vogliono che la sua ricerca continui, così come lui l’aveva impostata», ha detto ancora Mario Occhiuto, annunciando la possibilità di creare in futuro una fondazione per proseguire le sue idee.

Un ricordo intenso è arrivato anche dalla professoressa Laura Di Renzo, che lo ha seguito nel percorso di dottorato. «Sei stato un ricercatore appassionato e una persona di rara umanità», ha scritto in una lettera commossa letta durante l’incontro. Francesco stava conducendo una ricerca innovativa nel campo della nutrizione, con un approccio che univa rigore scientifico e sensibilità umana. Studiava le reazioni fisiologiche agli stimoli alimentari tramite strumenti di elettrofisiologia, con l’obiettivo di migliorare la vita di chi soffre di disturbi del comportamento alimentare.

«Oggi ci stringiamo nel dolore, ma anche nel desiderio di portare avanti la tua eredità», ha scritto la professoressa. Le sue parole, insieme a quelle dei colleghi, hanno rafforzato l’idea che la memoria di Francesco possa tradursi in impegno concreto.

A chi ha avuto il privilegio di conoscerlo, Francesco ha lasciato un segno. Non solo come studioso, ma come persona capace di ascoltare, comprendere, donare. Il suo nome e il suo lavoro continueranno a vivere nei cuori e nelle ricerche di chi gli è stato accanto.