Un tributo alla memoria del primo segretario primo segretario della Federazione Provinciale del Partito Comunista d’Italia, Francesco Morabito, morto prematuramente all’età di trentasei anni e i cui resti sono custoditi presso il cimitero Monumentale di Condera a Reggio Calabria. A portare omaggio, sulla scia dei festeggiamenti del centenario della fondazione del Partito Comunista d’Italia (1921-2021), una delegazione della Federazione provinciale di Reggio Calabria del Partito Comunista, composta dal segretario provinciale, Nicola Limoncino, dal componente del Comitato Centrale, Francesco Talia, e dal segretario provinciale della Federazione Provinciale del Partito Comunista, Gaetano Errigo, che ha dato impulso al momento di memoria.

Il valore del ricordo per l'analisi dell'attualità

«Ci eravamo recati al Campo di Azione del Cimitero Monumentale di Reggio Calabria Condera. Verificato che la salma, per il tempo trascorso, era stata riesumata dalla nuda terra ove riposava, abbiamo raggiunto l’ossario dove sono custoditi i resti di Francesco Morabito e lì abbiamo posto un fascio di fiori. Un gesto simbolico che sentivamo doveroso compiere per ricordare chi ha iniziato a scrivere anche qui la storia del Partito. Occorre sempre ricordare le origini e la storia delle nostre battaglie sociali, affinché la memoria sia un monito per una lucida analisi della società dei nostri giorni e per una determinata affermazione delle istanze della popolazione oggi ancora esposta alla prevaricazione di un nuovo modello di capitalismo globale nel quale i diritti delle classi popolari, frutto di impegno e conquiste, soccombono rispetto alle esigenze dei mercati finanziari», hanno sottolineato il segretario provinciale, Nicola Limoncino, e il componente del Comitato Centrale, Francesco Talia.

Francesco Morabito, fervente militante 

Francesco Morabito, all'anagrafe Francesco Luigi Antonio, originario di Oppido Mamertina, classe 1890, nato da una famiglia della media borghesia, presto seppe fare sua la causa del proletariato.
Trasferitosi a Reggio Calabria, nel 1920 sposò Giovanna Serafina Aricò.
«Era impiegato ferroviere e visse i tempi della Grande Guerra e del biennio rosso da fervente militante del Partito Socialista Italiano e vicino all’area massimalista, tanto che aderì, con convinzione, ai punti programmatici proposti da Lenin tramite il Comintern e fu, dopo la scissione al congresso socialista di Livorno del 1921, tra i promotori della fondazione del neonato Partito Comunista d’Italia in Calabria e, particolarmente, nel reggino dove fu fondata la prima Federazione Provinciale», ha ricordato il segretario provinciale della Federazione Provinciale del Partito Comunista, Gaetano Errigo.

«I compagni provenienti dalle diverse sezioni territoriali, riconosciuto il suo valore politico e organizzativo, in occasione del congresso federale della punta meridionale svoltosi a Roccella Jonica, lo elessero segretario provinciale segnando l’inizio, per lui, di un impegno politico ancora più intenso, bruscamente interrotto nel 1923, quando la polizia fascista, dopo il sequestro di alcuni volantini e altro materiale di propaganda, in occasione di una grande retata contro i comunisti di ogni regione d’Italia lo arrestò. Morabito finì in carcere insieme ad alti esponenti del Partito, quali Amedeo Bordiga e Ruggero Grieco, con l’accusa di associazione a delinquere e complotto contro i poteri dello Stato. Rilasciato dopo alcuni mesi di reclusione, nel 1924, partecipò al nuovo congresso, tenutosi in clandestinità. Si spense a Reggio Calabria, giovanissimo, alla soglia dei 36 anni, il 9 febbraio 1926», ha concluso il segretario provinciale della Federazione Provinciale del Partito Comunista, Gaetano Errigo.