«Il distretto giudiziario di Reggio Calabria ha fornito una risposta concreta al questionario di ricerca somministrato lo scorso maggio ai 29 distretti italiani. Reggio Calabria si è confermata luogo ideale per l'avvio di questo percorso in ragione della sua storia nell’ambito della Giustizia penale minorile e per il lavoro svolto sul territorio accanto a giovani del circuito penale», ha spiegato Mariateresa Veltri, ricercatrice Defence for children international Italia.

I diritti dei minori

Parte, dunque, dalla città dello Stretto, proprio in vista della Giornata internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (20 novembre), la consultazione nazionale avente ad oggetto la corretta attuazione delle disposizioni della direttiva comunitaria 800/2016 sulle garanzie per minori indagati o imputati in procedimenti penali. La direttiva è al centro del progetto Crew promosso da Defence for Children International Italia in collaborazione con il ministero di Giustizia, dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità, non ancora recepita in Italia e ma da ritenersi comunque applicabile in forza di un contesto normativo internazionale che già vincola anche l’Italia. L’iter è fermo al 2017 con una delega al Governo alla quale nessun testo approvato ha fatto seguito. Essa prevede una serie di diritti a tutela del minore tra i quali l’informazione sulle caratteristiche del procedimento a suo carico rese con linguaggio comprensibile, l’informazione circa il processo del titolare della responsabilità genitoriale, l’assistenza legale, la valutazione individuale, la presenza in persona al processo, la registrazione audiovisiva in caso di interrogatori, la detenzione, laddove non sostituibile da pene alternative, separata dagli adulti.

Il progetto Crew

«Tra gli obiettivi principali del progetto Crew c’è proprio quello di verificare la congruenza tra questa direttiva innovativa e la legislazione del processo minorile in Italia che sappiamo essere molto avanzata. Raccoglieremo informazioni utili alla redazione di un documento di policy da sottoporre al decisore politico», ha spiegato Gabriella Gallizia, referente progetto Crew Defence for Children International Italia.


Il progetto Crew nasce dall'implementazione di un precedente progetto finanziato dalla Commissione Europea "My Lawyer, My Rights" finalizzato a sostenere gli Stati Membri nella corretta attuazione delle direttive europee in materia di diritti processuali con un focus particolare ai minori accusati o sospettati di reato.
Il salone dei Lampadari di Palazzo San Giorgio, sede del comune di Reggio Calabria, ha ospitato la giornata di lavori scandita dall’incontro con un gruppo di giovani seguiti dall’Ufficio servizi sociali per minorenni di Reggio Calabria per ascoltare esperienze e da una riunione con operatori e operatrici per condividere buone prassi e cogliere criticità.

A Reggio l'ascolto di esperienze

«È stato un incontro molto partecipato da circa una ventina di professionisti. Sono emerse una carenza di risorse strutturali e una mancanza di coordinamento e di comunicazione interna tra tutti gli uffici e i soggetti coinvolti nella Giustizia penale minorile. Si tratta di aspetti di grande importanza da valutare e attenzionare», ha sottolineato Mariateresa Veltri, ricercatrice Defence for Children International Italia.


«I ragazzi sono stati molto collaborativi. Abbiamo raccolto testimonianze molto positive con riferimento alle esperienze condotte con i servizi sociali di Reggio Calabria. Il panorama è certamente incoraggiante e rassicurante da questo punto di vista ma non lo stesso possiamo dire di quanto registrato al momento di avere esteso le riflessioni al contesto di vita in generale. Lì si registrano, e non solo in questo territorio, ancora reiterare mancanze e lacune; una povertà di opportunità che incide negativamente sul percorso evidentemente già difficile di questi ragazzi e sulla quale bisogna intervenire al più presto», ha concluso Gabriella Gallizia, referente progetto Crew Defence for Children International Italia.

I minori coinvolti in procedimenti penali

Sono oltre un milione i minori al centro di un procedimento penale nell’Unione europea. Gli Stati membri, tra cui anche l’Italia, sono già vincolati dalla Convenzione Onu sui diritti del fanciullo, dalla Convenzione europea sulla salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, nonché dal Patto internazionale sui diritti civili e politici, al riconoscimento di diritti specifici. La direttiva, proprio a tutela di questo patrimonio giuridico già acquisito, sancisce il principio di non regressione con la conseguenza che nessuna sua disposizione può essere interpretata in modo da limitare o derogare ai diritti e alle garanzie procedurali assicurati da altri atti internazionali.