VIDEO | Se ne occuperanno le Università di Trento e Milano, dove Nicola Posteraro è professore di Diritto amministrativo. È lui il Principal investigator del programma
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Un finanziamento di 300mila euro con fondi del Pnrr per garantire una procedura amministrativa più snella a chi decide di cambiare sesso. È la finalità del Progetto T.R.A.N.S (Transsexuals’ Rights and Administrative Procedure for Name and Sex Rectification), un progetto di ricerca sostenuto economicamente dall’Unione Europea-Next Generation EU. I fondi sono stati intercettati dall’Università di Trento e dall’Università degli Studi di Milano, dove Nicola Posteraro è professore ordinario di Diritto amministrativo. È lui il Principal investigator del programma, vale a dire il coordinatore.
Calabrese doc ed ospite odierno dei nostri studi di Rende, ha dato le linee guida del lavoro che dovrà presentare entro il 2026. Non solo, però, perché nel mentre sarà protagonista di una serie di eventi organizzati dalle due università e dalla Scuola forense di Cosenza con cui è in contatto. «La tematica rintraccia l’interesse di molti giuristi della mia città - ha detto - perché noi non facciamo altro che mettere il diritto amministrativo al servizio del diritto fondamentale dell’identità di genere. Puntiamo ad una procedura più semplice, più veloce, meno costosa».
Le norme in vigore in Italia, infatti, sono un percorso ad ostacoli e spesso la burocrazia soffoca il soddisfacimento di questo diritto. «Una persona trans che vuole documenti nuovi o che vuole ottenere l’autorizzazione ad effettuare un’operazione con la chirurgia di genere deve rivolgersi ad un giudice. Quindi - ha spiegato Posteraro - deve intentare un processo. Sono procedure costose e molto lunghe, durano circa 2 anni ed impattano negativamente sul percorso di transizione. All’interno di un tribunale ci si sente giudicati come un criminale».
Grazie ai fondi del Pnrr le due università coinvolte hanno potuto garantire un lavoro a dei giovani. Fondamentale l’apporto di un professore di Diritto Comparato. «Guardiamo a quanto avviene in Europa, ad esempio in Spagna dove le procedure sono meno sabbiose - ha concluso Posteraro -. Nel nostro team c’è chi fa tesoro di altre esperienze, come quella di Malta dove non ci sono processi e giudici lungo il sentiero. L’orientamento del governo? Non credo sia un ostacolo, perché qui non parliamo di tramutare in realtà dei desideri, ma solo di regolare il livello legislativo. Noi vogliamo semplificare un percorso che già esiste. Per farlo, ovviamente, ci interfacciamo con le associazioni Lgbtq+ e teniamo molto al coinvolgimento delle persone interessate da questo percorso». In apertura di articolo l’intervista video completa.