Ora le lastre paraonde sono ammucchiate alla rinfusa. Per la riqualificazione e la messa in sicurezza dell’area sotto alla rupe sono stati stanziati nel 2019 3,5 milioni per un progetto che prevedeva la realizzazione di una passeggiata vista mare
Tutti gli articoli di Attualità
PHOTO
Come tessere del domino andate giù. Go down. Ma queste sono tessere pesanti migliaia di tonnellate e costate milioni di euro. È disarmante lo spettacolo che ha offerto la Marina di Pizzo all’indomani della mareggiata che il 20 e il 21 novembre scorsi ha devastato il lungomare della nota cittadina vibonese, trasformando in uno scenario di guerra uno dei luoghi più iconici della costa calabrese.
I pannelli paraonde che erano stati posizionati da pochissimo tempo, appena qualche giorno fa, non hanno retto alla prima, forte mareggiata che si è abbattuta sulla costa. Lastre di cemento pesanti tonnellate e incastrate come mattoncini Lego sono state spazzate dalla forza del mare e ora – come mostrano le foto – giacciono alla rinfusa ai piedi della rupe sulla quale sorge il castello Murat.
Si rischia di diventare presuntuosi a vedere queste foto, oltrepassando inopinatamente il confine delle proprie competenze. Ma la domanda che si fa strada oltre ogni ragionevole cautela è: com’è possibile progettare, spendere soldi e mettere in atto un intervento così claudicante, destinato a essere vanificato alla prima occasione?
Continua a leggere su IlVibonese.it