Come tessere del domino andate giù. Go down. Ma queste sono tessere pesanti migliaia di tonnellate e costate milioni di euro. È disarmante lo spettacolo che ha offerto la Marina di Pizzo all’indomani della mareggiata che il 20 e il 21 novembre scorsi ha devastato il lungomare della nota cittadina vibonese, trasformando in uno scenario di guerra uno dei luoghi più iconici della costa calabrese.

I pannelli paraonde che erano stati posizionati da pochissimo tempo, appena qualche giorno fa, non hanno retto alla prima, forte mareggiata che si è abbattuta sulla costa. Lastre di cemento pesanti tonnellate e incastrate come mattoncini Lego sono state spazzate dalla forza del mare e ora – come mostrano le foto – giacciono alla rinfusa ai piedi della rupe sulla quale sorge il castello Murat.

Si rischia di diventare presuntuosi a vedere queste foto, oltrepassando inopinatamente il confine delle proprie competenze. Ma la domanda che si fa strada oltre ogni ragionevole cautela è: com’è possibile progettare, spendere soldi e mettere in atto un intervento così claudicante, destinato a essere vanificato alla prima occasione?

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