L’analisi del Documento di finanza pubblica 2025 aumenta i dubbi sulla realizzazione della grande opera. E per l’elettrificazione della linea ferroviaria ionica mancano all’appello 640 milioni
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C’è chi la definisce un bluff, chi si sforza a far comprendere a chi pigia i bottoni nelle stanze romane che sul Tirreno non si può fare, mentre i fondi vengono “dirottati” sul ponte sullo Stretto che ha – sostanzialmente – fagocitato tutte le risorse destinate a strade e ferrovie in Calabra e Sicilia.
L’alta velocità in Calabria probabilmente non si farà mai. E per mai si potrebbe intendere quell’avverbio, ma a tempo indeterminato.
Nemmeno l’onda lunga e le opportunità fornite dal Pnrr riusciranno a catapultare la Calabria in Europa con una alta velocità/alta capacità vera, non “adattata” come quella che viaggia sulla linea tirrenica.
Tutto questo lo dice tra le righe il Documento di finanza pubblica 2025 presentato dal Ministero dell’Economia che, peraltro, ricalca “copia-incolla” il Def del 2024. Nell’allegato relativo alle “Strategie per le infrastrutture, la mobilità e la logistica”, i numeri riportati cancellano ogni speranza – certamente a medio e lungo termine – di poter viaggiare con una Freccia a 300 all’ora in Calabria.
Mancano 18,2 miliardi di euro
Infatti per l’intera linea alta velocità/alta capacità tra Salerno e Reggio Calabria, il Mef stima un costo di 30,4 miliardi di euro.
Sul piatto al momento ce ne sono 12,1 mentre il fabbisogno da reperire è di 18,2 miliardi di euro.
Quei 12, intanto, saranno assorbiti dal lotto 1A Battipaglia-Romagnano lungo 35 chilometri, attualmente in lavorazione, finanziato completamente dal Pnrr e da buona parte dei 48 chilometri del lotto 1B Romagnano-Buonabitacolo, il cui iter autorizzativo è ancora in corso: sarà completato grazie al Fondo per lo sviluppo e la coesione che coprirà anche le spese del lotto fino a Praia a Mare. Ma perché l’alta velocità/alta capacità raggiunga la cittadina tirrenica serve ancora un miliardo.
Nessuna traccia, sia progettuale che economica, invece, per lotti restanti. Per l’alta velocità/alta capacità fino a Praia a Mare – dove prima o poi arriverà – alla città dello Stretto, insomma, mancano 18,2 miliardi ed anche un’idea. Perché al momento di questa si tratta.
Il nodo tracciato
Peraltro, resta ancora il nodo da sbrogliare sul tracciato, perché da quello “centrale”, via Tarsia, suggerito anche da uno studio di fattibilità commissionato e costato a Rfi 35 milioni di euro, per poi essere abbandonato, da tempo si dibatte su una nuova linea passante sulla costa tirrenica. O così vorrebbe la politica, smentita però dagli studi degli esperti del settore e dagli economisti. Il tracciato tirrenico, infatti, non solo taglierebbe fuori definitivamente – e probabilmente per sempre – la Calabria Ionica, ma dovrebbe passare più in alto della linea attuale, attraversando regione quasi tutta in galleria, con costi (e tempi) insostenibili.
Ecco perché mentre i tecnici definiscono un bluff la una nuova linea av/ac tirrenica, gli oppositori politici – su tutti Flavio Stasi, Franz Caruso e Giuseppe Falcomatà, sindaci di Corigliano Rossano, Cosenza e Reggio Calabria – la considerano un alibi per non realizzarla, giacché – per come rivela il documento di finanza pubblica 2025 – non ci sono nemmeno i soldi. Talmente tanti da poter costruire un ponte e mezzo sullo Stretto, stimato oggi in 13,5 miliardi.
Dal Tirreno alla (elettrificazione) Ionica
L’allegato “Strategie per le infrastrutture, la mobilità e la logistica” del Dfp ’25 riporta una voce anche sull’elettrificazione della linea ferroviaria ionica. Ed anche in questo caso non c’è da essere ottimisti.
Il documento del Mef riporta un costo complessivo dell’opera: poco più di 1,7 miliardi di euro mentre le risorse disponibili sono 1,1 miliari. Restano fuori 640 milioni di fabbisogno, ad oggi, indisponibili. Ciò può significare che per il momento anche l’elettrificazione della ferrovia ionica – nella sua interezza – è da considerare una chimera.
Sembra certa – al momento – solo l’elettrificazione da Sibari a Catanzaro Lido, i cui lavori sono stati appaltati da Rfi con 438milioni a dicembre scorso.
Resta l’incognita del segmento ferroviario tra Catanzaro Lido e Melito Porto Salvo.
Il Pd: «Serve chiarezza»
Sul tema, i consiglieri regionali del Partito democratico, entrano a gamba tesa: «Manca all'appello una cifra enorme, oltre 18 miliardi, senza la quale l'alta velocità rischia di diventare l'ennesima promessa non mantenuta. È un dato di fatto che, purtroppo, non può essere ignorato. La Regione non può continuare a stare a guardare. Né fanno ben sperare le dichiarazioni contraddittorie che si sono succedute nel tempo da parte degli esponenti della maggioranza che governa Regione e Nazione, compreso il presidente Occhiuto, in ordine all’alta velocità e ai fondi necessari per realizzarla. Anzi sono il segno evidente della confusione di una giunta regionale e di un centrodestra che non sanno come affrontare la questione. Serve chiarezza su ogni aspetto e se per Salvini il ponte è un’opera fondamentale o simbolo, tanto da rinunciare a completare le altre infrastrutture nevralgiche per il Sud come l’alta velocità, venga detto in maniera netta e senza continuare a prendere in giro i cittadini».
Già. Va bene così?