VIDEO | La governatrice della Calabria era solita donare i dolci natalizi al carcere di Paola nel giorno del suo compleanno. Per il secondo anno consecutivo Paola e Roberta si sono recate nel penitenziario del centro cosentino per onorare questa tradizione
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«Siamo qui perché Jole soleva festeggiare il suo compleanno qui, nella casa circondariale di Paola». Così Paola e Roberta Santelli, sorelle della compianta ex presidente della Regione, hanno sintetizzato il senso della visita con cui stanno seguitando a ravvivare una tradizione che, per il secondo anno consecutivo, le ha viste impegnate nel nome dell’associazione “Jole Santelli”.
Portando in dono una piramide di panettoni, messi a disposizione dall’ex consigliere regionale Antonio De Caprio (che ha sponsorizzato l’iniziativa nella sua veste di titolare dei supermercati Vivo), Paola e Roberta si sono concesse all’abbraccio della comunità carceraria intesa nella sua interezza, perché la visita ha riguardato anche il personale operante all’interno della struttura. «Jole credeva molto nella riabilitazione attraverso il lavoro nelle case circondariali – hanno puntualizzato – Credeva molto nel carcere all’americana, pieno di spazi comuni, di lettura e di approfondimenti. Perché è importante tenere la mente impegnata, per sollecitare il dialogo tra i detenuti».
In concomitanza della cerimonia, durante la quale è spuntata anche una torta realizzata dagli ospiti dell’istituto, si è svolta anche la tombolata di fine anno organizzata dal Centro Sociale “P.G. Frassati”, che ha reso ancor più effervescente l’atmosfera festosa della mattinata.
«Noi siamo molto contente di essere qui oggi – hanno detto Paola e Roberta Santelli prima di accommiatarsi – e di portare nel nostro sorriso un po’ del sorriso di Jole. Perché a lei piaceva festeggiare il suo compleanno qui a Paola, con i detenuti e con gli agenti della polizia penitenziaria, e noi continueremo a farlo ogni anno, sperando che questo sia il secondo di una lunga serie. Il nostro grazie va a tutti, soprattutto all’amministrazione penitenziaria che ci ha concesso questa possibilità».