VIBO VALENTIA - Era il 17 luglio del 1990 quando a causa di un  piccolo cedimento strutturale, veniva  emanata  un'ordinanza sindacale che ordinava l'immediato sgombero dei locali. Quella  data segnava  l'inizio di una vicenda ventennale, di un provvedimento ancora in vigore, che vede protagonista  un vecchio edificio ribattezzato  "Palazzo della vergogna". Vergogna per gli anni di incuria e di abbandono; per una  controversia  tra i legittimi proprietari e il Comune finita  in un aula del Tribunale; per una causa che ancora aspetta il suo verdetto finale. In 24 anni le amministrazioni che si sono succedute hanno avanzato diverse proposte. L'ultima quella di realizzare una piazzetta. Idee puntualmente cadute nel vuoto. Attorno a quel che resta del fabbricato, che si affaccia sul centralissimo corso Vittorio Emanuele III, nel centro di Vibo Valentia, è stata realizzata un'opera di riqualificazione, con la quale il "Gruppo Pubbliemme", concessionario pubblicitario, ha pensato di abbellire. Dando anche la propria disponibilità a bonificare il sito a spese proprie. Riparando così al degrado assoluto che regna all'interno del Palazzo: un'area di 800 metri quadrati, piena zeppa di sterpaglie. Ricettacolo di  ratti e insetti. Un pericolo per l'ambiente. "Un'area da bonificare!". Ha tassativamente ordinato il Prefetto Giovanni Bruno (nella foto) che ha chiesto al sindaco Nicola D'Agostino di procedere in tempi  brevi. A ripercorrere le complesse fasi della vicenda, nel corso di un vertice in Prefettura è stato uno dei dirigenti dell'ufficio tecnico del comune di Vibo. Presetne all'incontro anche uno dei proprietari dell'immobile, Vincenzo Colistra, che da anni si batte per la revoca dell'ordinanza e lo sblocco di una situazione diventata ormai insostenibile.