L’artigiano di Taurianova, nel reggino, Francesco Mangano, che da oltre 20 anni coltiva con sbalorditivo successo l’orto sull’albero, ha conseguito il lusinghiero riconoscimento di eccellenza calabrese al recente “Premio Calabria che lavora” organizzato da Asso Calabria e tenutosi a Gioia Tauro nella location di villa Caleo. Il sessantanovenne continua a raccogliere gratificazioni e a suscitare interesse nazionale e internazionale. Il suo metodo geniale combina in modo vincente la pianta erbacea a quella legnosa. 

Su un Solanum mauritianum, pianta originaria dell’America centro-meridionale, che misura sui 3 metri di altezza, ha innestato diverse varietà di pomodori e melanzane. I prodotti ricavati sono della stessa qualità di quelli di terra. Gli ortaggi biologici come per magia crescono a grappoli rigogliosi in questo autentico orto verticale.

«Mentre camminavo nelle vicinanze di casa mia, ho visto una piantina di circa cinquanta centimetri – racconta Francesco Mangano -. Non capivo che genere fosse, l'ho presa e l'ho piantata nel mio giardino. Era il 2001. Sono nato in campagna e so innestare da quando avevo 7 anni. L'ho lasciata crescere ed diventava bellissima: una pianta sempreverde che fa le bacche tre volte l'anno. Ho notato che faceva i fiori identici a pomodori e melanzane, quindi ho preso delle piantine in un vivaio e le ho piantate sull’albero, il primo anno c'erano già i primi frutti. Quando lo raccontavo non ci credevano, mi prendevano per pazzo.

Questa tecnica ha parecchi vantaggi: bastano spazi ridotti per iniziare a coltivare; si fa poca fatica, poiché non si deve zappare la terra; non c’è bisogno di tanta acqua, perché le lunghe radici della pianta la filtrano direttamente dal terreno; e i prodotti risultano resistenti ai funghi e non vengono attaccati da insetti e animali selvatici che non arrivano alla loro altezza. Il clamore per i frutti dati dal metodo ideato dall’uomo di Taurianova ha fatto il giro del mondo. In tanti vi si sono interessati. Tv e riviste specializzate hanno fatto la spola per coglierne i segreti.

«I primi tempi spedivamo bustine con semi in Turchia, Grecia, Inghilterra e in ogni dove – spiega Francesco Mangano, che ha scritto anche un libro per illustrare la tecnica adoperata -. Ci ha dedicato un articolo perfino una rivista australiana, Rare Fruit Review. Ho avuto una moltitudine di riconoscimenti, ed è una cosa che mi inorgoglisce».