Sin da prima dell’istituzione ufficiale, con legge regionale, la Riserva naturale del Vergari nel comune di Mesoraca nel Crotonese, ha percorso non solo fisicamente il perimetro specifico che va dalla frazione di Filippa fino alla frazione montana del Villaggio Fratta .

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Quelli che furono prima semplici attivisti, professionisti e promotori dell’iter burocratico di questo affascinante ed unico contesto presilano del Crotonese, hanno compreso, ed ora reso possibile, distinguere i contorni culturali che oltrepassano le tre zone fitoclimatiche (Lauretum, Castanetum e Fagetum), tutte caratterizzate dalla presenza di comuni elementi naturalistici di grande valenza ecologica e paesaggistica, certamente tra i più rilevanti dell’intera regione.

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Così è nato il legame fortemente voluto e trovato con l'interessante progetto nazionale Italea, promosso in Calabria dal team di Radici in Viaggio - Impresa sociale, supportato dal Ministero degli Affari Esteri.

La scorsa settimana, ha visto dunque l’avvio di una collettività che si sta ritrovando attraverso la ricostruzione di storie, luoghi e personaggi per attivare una vera e propria mappatura, non solo di comunità, ma per mettersi in rete con l’intero territorio con una tre giorni iniziata a Mesoraca nel salone della Casa della Cultura che si è trasformato in un'aula di animazione sociale.

«Accoglienza, ambiente, storia e cultura» con queste tre parole scandite da Emiliano Cistaro, direttore della Riserva naturale regionale del Vergari, ha descritto la mission dentro il progetto nazionale Italea. Per andare «oltre all’aspetto naturale e all’accoglienza», ha aggiunto Cistaro, sottolineando come «i mesorachesi che vivono all’estero hanno moltissimo a cuore la Riserva e non vedono l’ora di tornare per vedere i lavori. Noi intanto cerchiamo di attrarre più turisti nell’ambito del turismo ‘lento’, anche con iniziative come questa».

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Con un metodo e strumenti ben precisi, sottolinea Angelo Carchidi, coordinatore degli Eventi «Fare una mappatura di comunità significa mettere insieme cittadine e cittadini attorno a un tavolo e chiedere loro quali sono luoghi che rappresentano meglio alcuni temi specifici che raccontano il proprio territorio. È un modo per fermarsi, interrogarsi sulle potenzialità, le peculiarità ma anche sui difetti del luogo in cui vivono». Con una sensibilizzazione fortemente voluta da Italea che in questi incontri «spesso mette proprio l’identità in discussione, per potersi realmente interrogarsi sulla la vera identità del territorio».

«La mappatura - ha proseguito Carchidi - ha l’obiettivo di individuare luoghi, storie e personaggi che possano diventare delle illustrazioni e delle cartoline. E serve anche a domandarsi come l’emigrazione ha cambiato i territori. All’interno degli incontri di comunità, poi, i cittadini raccontano anche storie di persone emigrate di seconda o terza generazione ed è anche un modo per riportarli nel territorio da cui provengono». Così come, dal punto di vista specifico del turismo, la mappatura insiste sulla capacità di raccontare e ospitare il turista e il viaggiatore: «migliore è la consapevolezza rispetto a quello che siamo, migliore è il servizio e il valore dell’ospitalità che riusciamo a offrire».