Non ci sta il dottor Saverio Ferrari, «medico convenzionato a tempo indeterminato presso l'Asp di Catanzaro operante nel servizio 118», ad essere additato come facente parte di una categoria concentrata nella tutela dei propri interessi. Ferrari replica al presidente Roberto Occhiuto, che oggi, nel corso di un incontro con i giornalisti, ha rintuzzato a muso duro le critiche mosse dall’Ordine dei medici nei suoi confronti, in merito all’intenzione della Regione di reclutare circa 500 medici cubani per far fronte alle carenze di personale che gravano sugli ospedali calabresi. Così, ha scritto una lettera aperta al governatore.

La lettera

«La mia categoria professionale è stata costretta a operare nelle prime fasi dell'epidemia Covid praticamente a mani nude e quindi ha pagato tale situazione determinata proprio dalla classe politica rappresentata dall'onorevole Occhiuto (loro sì "casta"!) con decine di colleghi che si sono ammalati e con qualcuno addirittura deceduto! Bella “casta” la mia, che dopo essere stata definita una categoria di eroi ancora a tutt'oggi non ha percepito il famoso premio Covid. E siamo gli unici in tutta Italia! Dove sono finiti i nostri soldi? Medici che in molte situazioni (Pronto soccorso e 118 in primis) sono oggetto di violenze verbali e fisiche da parte di chi ritiene l’intera categoria erroneamente responsabile dello sfascio della sanità calabrese, quando invece ne è la prima vittima. Categoria con stipendi in alcuni casi non aggiornati da quasi 20 anni. Noi medici calabresi tramite i 5 ordini professionali ed alcune sigle sindacali ci siamo solo permessi il lusso di non condividere la sua, a nostro avviso, scellerata scelta di arruolare i colleghi cubani per risolvere anche solo temporaneamente e parzialmente i problemi della sanità calabrese che solo grazie al nostro impegno riesce a dare qualche risposta ai bisogni di chi è malato o pensa di esserlo. Allora, se non ha alcuna intenzione di ascoltare chi vive sulla propria pelle i problemi della sanità calabrese faccia come le pare ma cortesemente abbia il buon gusto almeno di rispettare la dignità non solo professionale di chi giornalmente e seriamente affronta i problemi di una sanità distrutta, annientata dall'unica vera casta esistente sul territorio calabrese: la politica».