Tra picchi di entusiasmo e polemiche che non mancano mai l'aeroporto di Reggio Calabria continua a rimanere al centro dell'interesse, tanto dei cittadini quanto della politica. Questo ha fatto si che il nostro viaggio all'interno del Tito Minniti trovasse riscontri anche dall'interno. Spiegazioni a quello stop ai lavori che potesse dare un senso alle attese.

«Ci sono state delle incomprensioni con la prima ditta aggiudicataria. Incomprensione che hanno portato a una risoluzione del contratto in modo molto naturale con l’affidamento alla seconda ditta he si aggiudicata i lavori. Contestualmente andremo a migliorare quello che era il progetto originario. Un progetto che abbiamo velocemente approvato perché all’epoca c’era la paura di perdere il finanziamento perché alla scadenza del 31/12 poteva essere perso. Abbiamo preferito accelerare nella convinzione poi di poter sistemare la parte progettuale. Non siamo arrivati a considerazioni condivise con la precedente azienda e ricominciamo con un’altra. Però, io credo che entro ottobre ci saranno comunque le attività da un punto di vista infrastrutturale che riprenderanno». Ha risposto con franchezza e senza giri di parole l’amministratore unico di Sacal, Marco Franchini.

«I lavori riprenderanno»

Sui lavori tanto attesi all’aeroporto Tito Minniti di Reggio Calabria, Franchini non ha dubbi: Riprenderanno ma esistono una serie di attività che devono essere sviluppate collateralmente».
Il mese prossimo, dunque, i lavori dovrebbero riprendere con ulteriori migliorie e un progetto ancora più ambizioso per l’infrastruttura già per la prossima estate. «Riprenderemo in mano il progetto migliorandolo. Sicuramente l’aeroporto dovrà essere per la prossima estate pronto con le nuove sale d’imbarco».
E non manca un piccato invito al resto della «rete territoriale» che condivide con Sacal la responsabilità di riuscire a dare una reale possibilità di sviluppo a questa terra.
«Spero che per la prossima estate ci possano anche essere le altre attività che sono correlate con uno sviluppo aeroportuale. Come lo svincolo autostradale della superstrada che oggi credo si sia fermato non so su quale scrivania. L’abbattimento dell’abbaino per aumentare le potenzialità della pista. E poi tutte le costruzioni abusive che ci sono intorno all’aeroporto che, in un certo senso, lo soffocano. Quindi è qualcosa che ha bisogno di una squadra importante. Noi la stiamo irrobustendo in Sacal ma va irrobustito anche con tutto il contesto esterno perché questa è l’opportunità più importante che può accogliere questa regione, questa provincia, questa città. Sarebbe un peccato non poterla rafforzare con tutti gli interventi che derivano sostanzialmente dalla coscienza di avere veramente delle potenzialità uniche».

«Enac ed Enav hanno dato a quest’aeroporto l’opportunità»

Non perdendo l’ottimismo, dunque, Franchini guarda al futuro ma traccia anche un primo bilancio. «Va ricordato che l’impegno che c’è stato per far decollare l’aeroporto di Reggio con questo investimento della Regione per la base di Ryanair ha anche fugato tutta una serie di pregresse polemiche per quanto riguarda le operation, ovvero le procedure di volo. È una un’attività per la quale non finirò mai di ringraziare sia Enac che Enav, perché ci sono state molto vicine e hanno dato veramente a quest’aeroporto l’opportunità da un punto di vista operativo di potersi attestare tra i più performanti in Italia».