Potenza della televisione, ma anche dei buoni esempi che veicola. E così ha riscosso il consueto “tutto esaurito” la tappa del tour nazionale “#noncifermanessuno” di Luca Abete, inviato e colonna del programma satirico e d’inchiesta “Striscia la notizia”, all’Università Magna Graecia di Catanzaro.

«Sbagliamo a non ascoltarci a vicenda»

Un tour che parla ai giovani italiani e li ascolta. Durante il frizzante incontro si è discusso anche di dialogo tra generazioni.
«Gli adulti commettono un errore enorme – ha detto il conduttore campano al Network LaC –  quello di giudicare una realtà che non conoscono, ma dico ai ragazzi che anche loro commettono uno sbaglio simile. Giudicano gli adulti senza averli neanche ascoltati per bene, fino in fondo, e questa può essere veramente la svolta sociale che noi auspicchiamo da ormai da 10 anni: accorciare le distanze tra di noi, ritrovarci un po' più, votati all'ascolto e non tanto al giudizio, un passaggio che potrebbe migliorare la vita sia dei ragazzi che degli adulti».

Sold out la tappa calabrese di Luca Abete all'Auditorium dell'Università Magna Graecia di Catanzaro

Cuda: «Questo ateneo è un ascensore sociale importante»

«Sono iniziative che fanno bene ai nostri giovani, fanno bene a questa università – ha detto il rettore Gianni Cuda – che a differenza di tanti altri atenei del Centro Nord ha una funzione di ascensore sociale molto più importante, molto più spiccate, quindi io sono davvero molto felice di avere qui Luca quest'oggi».

Premiata la resilienza di Luca Ursano

Nell'occasione è stato consegnato un premio speciale ad uno studente resiliente.
«Sono al secondo anno della magistrale di Scienze Motorie, per me è un grande onore ricevere un premio sulla resilienza, perché vuol dire superare momenti difficili – ha detto un altro Luca, Ursano, podista 25enne con tanti successi benché molto giovane –. E di momenrti così ce ne sono tanti nella carriera di atletica ce di studente. Mi sono sempre rialzato in modo positivo ed è stato notato, sono davvero molto felice».

«Fondamentale contrastare la solitudine»

«Il claim “impariamo ad amarci” invita al basilare bisogno comune che ogni studente, in ogni tappa, aiuta a fare emergere. È un mosaico che poi diventa terapeutico – ha aggiunto Abete –. Ogni ragazzo racconta se stesso, chi ascolta si sente meno solo e forse si annulla la solitudine in cui molti precipitano: è proprio il toccasana di cui hanno bisogno».