23 anni, iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell'università Magna Grecia di Catanzaro, da 8 in trincea contro un linfoma che non ha però piegato il suo desiderio di condurre una vita normale. Pasquale Pollinzi è nato a Crotone ma studia a Catanzaro, dove sogna di conseguire la laurea al netto di una burocrazia cieca e discriminatoria.

Sorda burocrazia

L'ultimo esempio in ordine di tempo assume, infatti, la forma di una vera e propria denuncia contro le istituzioni accademiche: «Non trovo giusto dover sottostare ancora a queste forme di angherie» spiega il giovane studente sballottato da un ufficio ad un altro dell'ateneo senza, infine, riuscire a vedersi riconosciuto il diritto a sostenere un esame. L'appello era quello di diritto di procedura civile in programma lunedì scorso: «In realtà, avevo rinunciato all'idea di sostenere l'esame - racconta Pasquale - poiché quel giorno mi trovavo a Roma per effettuare il trattamento oncologico ma anche perché non mi sentivo bene. Tuttavia, anche sotto la spinta dei miei colleghi di corso ho deciso di provare».

Esame a distanza

L'idea quella di sostenere l'esame a distanza, il giovane studente aveva anche organizzato la connessione dall'ospedale di Roma dove si trovava quel giorno senza però tener in considerazione il muro di gomma della burocrazia universitaria. «I professori si sono dimostrati immediatamente disponibili - racconta Pasquale - ma hanno chiesto di esser autorizzati dal direttore del dipartimento per quel che attiene gli aspetti puramente amministrativi. Così invio una email e la risposta giunge solo di sabato a mezzogiorno. Il direttore del dipartimento si diceva dispiaciuto ma non competente a rilasciare l'autorizzazione, spettante solo al rettore».

Scaricabarile

«Già sconfortato all'idea di dover contattare il rettore di sabato, invio comunque l'email al suo ufficio - prosegue nel racconto il giovane - ma la risposta arriva solo martedì ad appello ormai chiuso». E la comunicazione di riscontro è tutt'altro che conciliante, anche il rettore si dichiara incompetente: «A decidere deve essere la segreteria di dipartimento e mi sento nuovamente rimbalzato indietro» spiega lo studente. «Mi trovo dinnanzi all'ennesimo atto di malagestione dei servizi universitari» ma questa volta Pasquale non intende soprassedere.

Diritti negati

«Il mio è uno sfogo per tentare di smuovere le coscienze ed è rivolto al rettore, al direttore del dipartimento ma anche a tutti gli uffici tecnici e amministrativi dell'ateneo perché gli studenti non possono vivere in uno stato di frustazione e sofferenza anche per chiedere e ottenere un diritto. Non solo il solo, moltissimi gli studenti che si trovano nella mia stessa condizione».