É stata una mattinata densa di significato e ricca di ammirazione quella vissuta dagli studenti delle prime classi della scuola secondaria di primo grado dell'IC De Amicis-Maresca di Locri. Ammirazione nei confronti di una donna cresciuta in un contesto territoriale e sociale non troppo diverso dal loro e che da giovanissima, proprio sui banchi di scuola, ha capito che la giustizia è un valore imprescindibile per qualsiasi comunità.

Annamaria Frustaci, sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, ha incontrato i giovanissimi studenti al Palazzo della cultura di Locri per raccontare difficoltà e soddisfazioni del suo mestiere, i sacrifici fatti per amore della giustizia e per la propria regione e per confrontarsi circa le tematiche del suo romanzo “La ragazza che sognava di sconfiggere la mafia”.

L’incontro è stato organizzato nell’ambito del progetto Libriamoci, promosso dal Ministero della Cultura e si sposa con il percorso di lettura sulla legalità che le classi della scuola media locrese stanno portando avanti nel corso dell’anno scolastico. «I ragazzi hanno affrontato la tematica riguardante la lotta alla mafia con approfondimenti interdisciplinari - ha spiegato la docente Caterina Giovanna Marino - hanno letto il libro della dottoressa Frustaci e oggi sono emozionati nel potersi relazionare con l’autrice. Sono stati molto interessati alle attività svolte e proseguiranno questo percorso scrivendo a loro volta dei racconti sulla stessa tematica».

Ad introdurre il dialogo con il magistrato - moderato dalla professoressa Elisabetta Fazzari, coordinatrice del progetto Libriamoci - sono state la dirigente scolastica  Carla Galletta e l’assessore alle politiche sociali del comune di Locri Domenica Bumbaca.

«Quale futuro immagina per la Calabria?», «Come si fa a credere alle dichiarazioni di un pentito?», «Quale consiglio può dare a chi ha paura di denunciare un’ingiustizia?» Sono solo alcuni degli interrogativi posti dagli studenti al magistrato che da diversi anni vive sotto scorta, così come sono state tante le domande inerenti al suo romanzo. «La storia che viene raccontata nel libro è la storia di una ragazza, di una studentessa calabrese, ed è una storia in cui si può rispecchiare ciascuno studente di questa regione ma penso anche di realtà difficili del sud - ha raccontato il pm Frustaci - è un racconto in buona parte autobiografico ma con degli aspetti romanzati per esigenze narrative legate anche all’importanza di far conoscere agli studenti e alle studentesse dei fatti di cronaca del nostro Paese».

Il romanzo edito da Mondadori nasce nel trentennale delle stragi di Capaci e di via D’Amelio con l’obiettivo di sensibilizzare i più giovani alla legalità e, in questa direzione, l’incontro a Palazzo della cultura ha rappresentato un’ulteriore opportunità per gli studenti. «Mi piacerebbe lasciare a questi ragazzi l’importanza dell’impegno, dello studio e del sacrificio. Tutto ciò può sembrare particolarmente costoso rispetto alle scelte di vita che devono essere affrontate, ma alla fine dà loro la possibilità di cambiare veramente il futuro di questa regione».