La celebrazione della della XXIII Giornata mondiale della libertà di stampa a Reggio Calabria assume un valore simbolico notevole in un momento storico caratterizzato da evidenti limiti e censure dell’Art 21 della Costituzione Italiana. La scelta della Calabria caratterizza ancora di più un evento che tende a salvaguardare il diritto all’informazione in una regione dove invece essere giornalisti liberi, se possibile, diventa sempre più pericoloso. Ciò detto a sentire gli umori dei partecipanti si registra, al di la dei momenti istituzionali della mattinata con la presenza del Sottosegretario Marco Minniti, una carenza di partecipazione proprio di coloroche invece avrebbero dovuto giocare un ruolo decisivo in termini di presenza ma soprattutto in termini di richiesta: i giornalisti calabresi.

 

Pochi giornalisti, probabilmente impegnati su altri fronti, ma la circostanza la dice lunga sulal situazione reale di una professione che viene sempre più svilita dalla mancanza di garanzie, di diritti e soprattutto di contratti. Senza dubbio è stata una buona occasione per parlare della tanto agognata libertà di stampa: non se ne parla mai abbastanza ed ogni occasione è utilissima.

 

Ma se gli interlocutori sono politici e magistrati (per la cronaca Nicola Gratteri non c’era) i sindacati forse avrebbero dovuto approfittare maggiormante dell’occasione per rimarcare con maggiore forza la necessità di una nuova normativa che tuteli maggiormente il giornalista su temi come la querela temeraria, la pirateria editoriale , fatti salvi ovviamente gli editori illuminati che pur esistono in una giungla sempre più selvaggia che produce informazione d’effetto penalizzando gli approfondimenti e le inchieste. Sicuramente il segno dei tempi al tempo del web.

 

Naturalmente momenti interessanti sono stati quelli delle testimonianze dirette dei giornalisti invitati a raccontare al propria esperienza sul campo. Se questa di oggi è stata una giornata “simbolo” non solo tesa a ricordare e a salvaguardare il mondo dei media, ma anche a ricordare i giornalisti che hanno perso la vita svolgendo il proprio mestiere dobbiamo tutti farci una domanda: in che modo e con quali strumenti oggi siamo chiamati a fare questo mestiere nel pieno rispetto della libertà dell’informazione? Una riflessione a 360 gradi nell’ambito di 48 ore per l’informazione, manifestazione organizzata dal sindacato dei giornalisti italiani, con UsigRai, Articolo 21, Reporters Sans Frontieres Italia, Amnesty International Italia e Pressing NoBavaglio.

 

Anche ieri, per la cronaca, si sono svolti altri eventi davanti le ambasciate e le sedi consolari degli Stati più colpiti per quanto riguarda le violazioni della libertà di espressione.


Mai come in questo periodo, parlare di libertà di stampa è tanto incisivo, Purtroppo la situazione è preoccupante, i dati sono davvero allarmanti nei primi 119 giorni del 2016 in Italia, 97 giornalisti sono stati minacciati e 2.818 dal 2006 ad oggi. Da gennaio ad oggi, ancora, sarebbero 26 i giornalisti uccisi nel mondo.

 

Sonia Rocca