Nel periodo della Santa Pasqua, nella zona grecanica della Calabria meridionale si producono diversi tipi di dolci, soprattutto a Bova, piccolo borgo considerato capitale dell'area in cui in passato si parlava il greco antico.

Qui le donne portano avanti la produzione delle 'ngute, un tipico dolce pasquale dalle forme più disparate (dalla croce greca al cesto di fiori, alla colomba) caratterizzato dall’aggiunta di un uovo sodo per decorazione. Da qualche tempo si è iniziato anche a fare la forma delle “pupazze”, collegata con la Domenica delle palme.

Questa tradizione sarebbe riconducibile al mito greco di Demetra e Persefone, secondo cui Persefone, figlia di Demetra, venne attirata con l'inganno negli inferi da Ade, dio dell’oltretomba, innamorato di lei. Rifiutandosi di mangiare, Persefone accettò di cibarsi solo di melograno, senza sapere che mangiare i frutti degli inferi comportasse il rimanerne prigionieri per l’eternità. Demetra, venuta a conoscenza dell’inganno, andò su tutte le furie e scatenò un inverno persistente. Una rappresaglia che costrinse Zeus (capo di tutti gli dei) a intervenire per mettere pace. Si trovò così un accordo: avendo Persefone mangiato solamente sei chicchi di melograno, fu stabilito che potesse ritornare sulla terra per sei mesi l'anno, passando l’altra metà negli inferi (da qui l’alternanza delle stagioni).

È idea diffusa che questo mito sia collegato alla tradizione delle pupazze di Bova. Infatti, la settimana prima della Domenica delle palme, la popolazione realizza forme di donna utilizzando canne, foglie di ulivo, fiori e frutti, intrecciandoli con grande maestria. Oggi queste figure femminili vengono portate in processione per le vie del borgo proprio una settimana prima di Pasqua.

Oltre alle 'ngute in questo periodo a Bova si produce il formaggio "musulupu", la cui forma particolare viene data da uno stampo in legno di gelso realizzato dai pastori del luogo. Il disegno riproduce soprattutto figure femminili dai seni accentuati, in segno di abbondanza e prosperità.