«Si può far tutto nella politica ed essere anche contenti però se nella tua dimensione non sei felice oggettivamente non va bene». Debora Serracchiani è la prima ospite de LaCapitale Vis a Vis, un ciclo di interviste dove i protagonisti del mondo politico, ma non solo, si confessano ai microfoni de LaC, incalzati dalle domande dei giornalisti Alessandro Russo e Paola Bottero.

Il format debutta con la capogruppo del Partito democratico alla Camera che si concede ad un interessante confronto con il direttore de LaCapitale Alessandro Russo.

«Continuo a fare politica, mi appassiona. Ho trovato l’equilibrio con la vita personale». Partono da una dimensione intima i 25 minuti di chiacchierata in cui Serracchiani racconta della rivincita del Pd, il “miracolato” delle scorse amministrative, grazie alla ristrutturazione di Letta, al ritorno sui territori, alla scelta dei candidati che sono piaciuti di più di quelli degli avversarie per merito della linearità rispetto alla pandemia: «L’ambiguità che hanno tenuto in piedi la Lega e Fdi non ha pagato. Gli italiani hanno bisogno di sicurezza e preferiscono guardare con fiducia al futuro sapendo che c’è bisogno di stare attenti alla salute e alla ripresa economica».

Di seguito l’importanza della vaccinazione e del dialogo con quella parte dei no vax che «ha semplicemente paura di quello che sta succedendo».

Sul sostegno al premier nessun dubbio: «Noi non abbiamo nessun timore di dire che appoggiamo l’agenda Draghi perché in gran parte l’agenda Draghi è la nostra. Siamo assolutamente convinti che si debba andare fino in fondo. Questo è il governo che ha particolare attenzione al lavoro». La deputata rivendica però la centralità del Parlamento e chiarisce sulle alleanze ed in particolare su quella col M5s considerata strategica per costruire un campo largo progressista perché «dalla crisi si esce guardando a sinistra».

Infine le difficoltà di accesso al potere da parte delle donne («Alle donne che hanno potere si richiede di avere anche talento, agli uomini non si guarda neanche al cv») e le battaglie radicali sui diritti: «Non sempre la politica riesce a rappresentare quello che pensa la maggior parte dei cittadini. Questo accade per esempio su alcuni temi che sono molto delicati e che invadono la coscienza: penso al suicidio assistito, al referendum sull’eutanasia legale, al ddlZan. Io credo che a volte la politica della veramente calarsi nel reale e prendere decisioni che non sono necessariamente legate al consenso».

L’intervista integrale sarà sarà poi disponibile su LaC Play.