«Stiamo scambiando un delitto per un diritto», lo ha detto in riferimento all’aborto la vicedirettrice del Tg1 Incoronata Boccia. Il suo intervento nel corso della trasmissione "Che sarà", su Rai 3, condotta da Serena Bortone, ha subito scatenato le polemiche, sul web ma anche nell’arena politica.

Secondo la giornalista Rai, l’aborto «è un omicidio» e la «politica ha paura a dirlo». Parole che lei stessa ha definito «forti», sostenendo di non voler «giudicare le storie e le persone». Affermazioni che oggi, in una intervista rilasciata a La Stampa, Boccia conferma: «Ritengo di aver detto la mia verità, posso continuare a guardarmi allo specchio».

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Per il Pd e il M5s si tratta di affermazioni «inaccettabili» e «inammissibili». I dem aggiungono che Boccia non dovrebbe più ricoprire l’incarico di dirigente nel servizio pubblico. Da parte sua, il centrodestra difende la vicedirettrice del Tg1: «La sinistra - accusano in una nota i componenti di FdI in commissione di Vigilanza Rai - a parole si schiera a difesa della libertà di pensiero e di espressione, ma nei fatti quando questa non incontra i suoi favori diventa il più zelante dei censori». «È l'ennesimo episodio di intolleranza stalinista della sinistra», attacca anche l'azzurro Maurizio Gasparri. «La legge 194 non si tocca», puntualizza il leader di Fi Antonio Tajani.