La sartoria locale ha nuovo respiro grazie all’aumento della richiesta di cucitura e restauro degli abiti tradizionali e la moda di un tempo torna di moda. Grazie anche ai numerosi eventi riguardanti il recupero e la valorizzazione delle tradizioni arbëreshe, gli abiti di un tempo sono tornati di moda e restituiscono una seconda vita alle piccole imprese artigianali dei paesi arbëreshë.

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La sartoria locale registra infatti un rilancio della voglia di indossare gli abiti tradizionali, soprattutto dopo la recente visita del Presidente Begaj in cui il piacere di mostrare la propria identità anche attraverso il vestiario tipico ha raccolto il favore di numerosissimi giovani. Sono così aumentate le richieste di restaurare antichi abiti ereditati e magari chiusi da decenni in armadi e cassapanche, ma sono anche in aumento le richieste di nuove cuciture.

Nonostante la laboriosità ed il costo di tali capolavori sartoriali, possedere uno di questi abiti sta diventando un must anche tra le generazioni più giovani. Con i suoi colori sgargianti e le particolarità locali, il costume arbëresh rappresenta in tutto e per tutto il senso di identità degli albanofoni in Calabria. Inoltre, il costume ha una sua valenza unica non riscontrabile altrove.

Franca Meringolo fa la sarta a San Cosmo Albanese da tempo e ci svela un dettaglio interessante: ogni paese arbëresh ha un suo colore, ecco l’origine dei colori sgargianti dei vari abiti, probabilmente legati alle famiglie nobili che portarono la ricchezza e lo sfavillio dell’oro in Calabria dall’Albania nel XV secolo. Opera d’arte laboriosa e particolarmente delicata, l’abito arbëresh mostrava la ricchezza ed il potere delle famiglie dominanti. Dettagli importanti, cuciture con fili d’oro, diversi strati e acconciature particolari ne fanno ancora oggi il simbolo di un passato importante.

E grazie a questo rinnovato interesse l’artigianato locale può vivere una seconda stagione di splendore grazie alla riesumazione di questo gusto per il bello identitario legato al costume arbëresh. Preferiscono chiamarlo “abito”, gli abitanti dei paesi albanofoni, perché non si tratta di una semplice “mise” lontana dalla realtà, ma di un vero e proprio outfit d’eccellenza che va sfoggiato in occasioni importanti.