Un passo importante verso il riconoscimento di diritti e l'attuazione di una dimensione più universale di cittadinanza sarebbe l'introduzione del nostro ordinamento dello Ius Scholae. Esso consentirebbe ai minori, nati in Italia da genitori stranieri o qui giunti entro i 12 anni di età, che abbiano completato un ciclo di studi di almeno 5 anni, di richiedere la cittadinanza. Una proposta di legge in questa direzione risale al 2022.

La legge sulla cittadinanza in Italia oggi non prevede che un bambino nato da genitori stranieri sia automaticamente cittadino italiano per il solo fatto di essere nato qui (ius Soli).

Reggio con Vicenza, Padova e Verona

Alcuni Comuni si stanno mobilitando per sollecitare Governo e Parlamento ad intraprendere la via per riformare in questi termini la legge 91 del 1992. Dopo le amministrazioni comunali di Vicenza, Padova e Verona, anche quella di Reggio Calabria (con la delibera consiliare n.153 del 2024), lo scorso dicembre, in seduta straordinaria e all'unanimità, ha approvato la mozione proposta dal gruppo consiliare Red (Filippo Burrone, Antonino Castorina e Carmelo Versace) e che già lo scorso ottobre aveva incassato l'ok della commissione consiliare Istruzione, Formazione e Lavoro.

Un passo concreto verso l'inclusione di minori stranieri, che così avrebbero effettive opportunità già prima dei 18 anni.

Un passo avanti verso il riconoscimento dei diritti di bambini e giovani che crescono e studiano nel nostro Paese e che rende, in questa sfida, la scuola il luogo chiave per l’integrazione e la non discriminazione.

Il comune di Reggio ascrive la Calabria insieme al Veneto tra le prime regioni in cui si stia facendo strada la mozione dello Ius Scholae.
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