«Desidero una vita normale, io mi sento come voi, come tutti. A me manca solo la vista, punto». Ha 21 anni e le idee chiarissime Martina Iseppetto, ragazza non vedente che dai microfoni della nostra emittente lancia un forte messaggio di inclusione sociale: «Frequento le associazioni per non vedenti e disabili, mi sono sempre trovata benissimo, ma ora ho bisogno di vivere la vita come tutti i miei coetanei. Io non ho niente che non vada. A parte vedere, posso fare tutto».

E fino a nove mesi fa era così, Martina faceva qualunque cosa attraverso gli occhi di papà Pietro, che le hanno fatto conoscere il mondo. Insieme, mano nella mano, hanno superato ogni barriera, ogni pregiudizio, raggiungendo vette e traguardi importanti. Poi, improvvisamente, l'uomo è venuto a mancare e Martina è sprofondata nell'angoscia: «Da quel giorno mi sono sentita sola e abbandonata». Ora ha deciso di reagire e di parlare della sua condizione pubblicamente.

Chi è Martina Iseppetto

Ultima di cinque figli, Martina nasce e cresce a Praia a Mare, circondata dall'amore dei fratelli e delle sorelle, di mamma Dora e papà Pietro, con cui ha sempre vissuto in simbiosi. Si appassiona alla musica e scopre di avere del talento. Prima comincia a cantare e a partecipare ai concorsi canori, raccogliendo le prime soddisfazioni, poi comincia a suonare diversi strumenti, da autodidatta, tra cui la tastiera e la fisarmonica. Frequenta il liceo musicale, dove affina le sue potenzialità, e nel frattempo comincia ad esibirsi nei locali. Il papà la guida e le garantisce costantemente assistenza, è l'estensione del suo corpo. Il 12 gennaio scorso, però il tempo si ferma. Pietro si sente male e in una manciata di ore si spegne, lasciando Martina in un profondo stato di angoscia. Senza il suo amato papà, la 21enne si chiude in casa. A farle compagnia ci sono tanti animali domestici, ma ben presto si rende conto che quel vuoto che sente dentro non può essere colmato in alcun modo. Martina vorrebbe uscire per divertirsi e svagarsi, ma, famigliari a parte, non c'è nessuno che si prende cura di lei o che la coinvolga in qualche iniziativa.

Voglia di normalità

Martina non ha bisogno né dello sguardo impietosito della gente né di pacche sulla spalle o parole di circostanza. Martina ha bisogno di vivere appieno la sua vita, con amici veri, quelli di cui in questo momento sente fortemente la mancanza. «Capita spesso che io stringa delle amicizie - dice - ma quando capiscono che io ho voglia di divertirmi, di viaggiare, di uscire fuori dal mio paese, è come se le persone non volessero prendersi la responsabilità di portarmi con sé». Come se Martina fosse un peso. E così la gente sparisce, a differenza dei pregiudizi. «Secondo una certa mentalità, i ciechi devono stare solo con altri ciechi. Io non sono d'accordo».

Guai, poi, a parlarle di disabilità. «È una parola che non mi piace. Disabile in che senso? Ci sento benissimo, parlo, cammino, ho mille interessi. Cos'è che non riesco a fare?». Tanto è vero che una delle sue più grandi passioni è andare al cinema, per godersi un bel film, possibilmente una serie animata. «Nessuno deve spiegarmi niente, grazie ai dialoghi riesco a capire perfettamente cosa sta accadendo». Anche perché la fantasia non le manca. «Ho scritto molte poesie, ora sono impegnata nella stesura di un libro per bambini, dovrebbe essere pronto per dicembre». Insomma, la cecità non può essere considerata un limite. «Al contrario, io ho tanto da dare. Anche io potrei aiutare gli altri, ascoltare, dare consigli. Ma soprattutto ho voglia di vivere una vita normale perché io sono una persona normale». E magari poter smettere una volta per tutte di sentirsi un peso in una società che insegue un'effimera idea di perfezione.