Il presidente dell’Osservatorio sulle Nuove Povertà denuncia la crisi economica crescente e l’assenza di misure adeguate: «Ho sentito storie che mi hanno toccato il cuore, serve un intervento immediato delle istituzioni»
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Nella puntata odierna di Dentro la Notizia (guarda qui la puntata), il conduttore Pierpaolo Cambareri ha ospitato Antonio Belmonte dell’Osservatorio sulle nuove povertà, che ha tracciato un quadro preoccupante della situazione economica della provincia di Cosenza, che riflette una crisi più ampia estesa a tutta la Calabria.
Secondo i dati diffusi dall’Università della Magna Graecia di Catanzaro, da gennaio a oggi la povertà diffusa in provincia di Cosenza è passata dal 42% al 57%. Belmonte evidenzia come uno dei fattori determinanti sia stata la chiusura del banco alimentare, un servizio essenziale di cui usufruivano circa 70.000 persone.
L’aggravarsi della situazione non riguarda solo i disoccupati, ma anche altre fasce della popolazione: «Oltre a chi è senza lavoro – spiega Belmonte – la povertà colpisce sempre più spesso famiglie monoreddito con figli a carico, persone divorziate e anziani con pensioni minime. Ho parlato con una signora costretta a chiedere aiuto economico ai figli che lavorano al Nord per potersi permettere le medicine. Molti non hanno un pasto quotidiano garantito o non riescono a riscaldarsi».
Un aspetto meno visibile ma altrettanto preoccupante è la cosiddetta "povertà nascosta": «Ci sono persone che hanno un impiego, anche presso uffici pubblici, ma il loro stipendio non è sufficiente per condurre una vita dignitosa. Spesso si vergognano a chiedere aiuto alla Caritas o ad accedere ai servizi di sostegno alimentare».
Di fronte a questa emergenza, Belmonte lancia innanzitutto un appello ai sindaci e alle istituzioni: «Si parla spesso di dissesto finanziario, ma quando ci sono risorse disponibili, raramente vengono destinate al sociale. È giusto organizzare eventi e iniziative per la comunità, ma bisogna stabilire delle priorità».
Infine, un monito alla politica tout court: «Le persone chiedono lavoro, salute e sicurezza. La Regione Calabria dispone di un assessorato alle politiche sociali, che deve intervenire tempestivamente di fronte a situazioni critiche. Il nostro Osservatorio può monitorare e segnalare i problemi, ma è la politica che deve mettere i cittadini al centro delle proprie azioni».